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Emergency, caso passa a Procura di Kabul

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Emergency, caso passa a Procura di Kabul

ROMA – Il caso dei tre operatori di Emergency arrestati sabato scorso e' stato passato alla Procura di Kabul. Lo hanno comunicato i servizi afghani. Lo riferiscono all'ADNKRONOS fonti diplomatiche. Questo, sottolineano le fonti, consentira' di poter nominare ufficialmente degli avvocati difensori, visto che sara' la stessa procura che dovra' procedere alla formalizzazione dei capi di imputazione.
"A noi non risulta niente di ufficiale riguardo al trasferimento del caso a Kabul". ha detto però Gino Strada, fondatore di Emergency. "Se cosi' fosse la cosa mi farebbe piacere -ha sottolineato Strada- nel senso che almeno sapremo di poter trattare con un procuratore e non con degli sconosciuti senza volto e senza nome".
"E ancora se cosi' fosse da domani mattina gli avvocati che abbiamo gia' nominato giorni fa -ha continuato Strada- e ai quali e' stato impedito di incontrare i tre ragazzi di Emergency, da domani con un procuratore davanti dovranno chiedere questo incontro e dovranno ottenerlo perche' e' la legge che lo prevede".
Intanto a Roma ha preso il via la manifestazione di solidarietà per i tre operatori. Piazza San Giovanni è gremita di gente e di bandiere bianche con un cerchio rosso e le tre righe orizzontali a creare la 'E' di Emergency. E tante magliette con la scritta ''io sto con Emergency''.
"La vera forza sono coloro che non sono famosi, i cittadini, la gente: Emergency e' stata letteralmente sommersa dalla solidarieta' dei cittadini che non si fanno prendere in giro dalle dichiarazioni di chicchessia'', dice Cecilia Strada, presidente di Emergency. "Raccontiamo la vera faccia della guerra – ha continuato – e forse per questo e' un testimone scomodo per qualcuno. L'aggressione all'ospedale di Lashkar Gah e' stata ingiustificata, i tre nostri operatori sono trattenuti da sabato e noi li vogliamo liberi subito, perche sono innocenti: non passera' mai il messaggio che siano in qualche modo colpevoli, nessuna ombra verra' mai accettata sulla loro reputazione''.
"Siamo soddisfatti, non avevo dubbi che la gente fosse con noi" ha poi aggiunto all'Adnkronos la Strada, che spiega: "Gli italiani hanno dimostrato ancora una volta di sapere bene da quale parte stare, sono pienamente in grado di esprimere le proprie opinioni -ha detto Cecilia Strada- stanno dalla parte dei ragazzi che sono trattenuti dalle autorita' afghane solo perche' hanno fatto il loro lavoro: curare i malati''.
"Non pensavamo mai di avere tanta solidarieta' da cosi' tanta gente e questa solidarieta' ci da' tanta forza per andare avanti" hanno detto dal canto loro Jacopo e Simone Pagani, fratelli di Matteo, uno dei tre giovani operatori.
Parlando a margine della manifestazione i due fratelli hanno riferito che Matteo e gli altri due dello staff stanno bene: "certo non avremmo mai potuto immaginare una cosa di questo genere, loro erano li' per lavoro, per curare le persone. Speriamo che vengano liberati al piu' presto".
Tra i partecipanti anche la cantante Fiorella Mannoia: "Sono qui per non lasciare solo Gino e i tre ragazzi trattenuti in Afghanistan: tutto e' accaduto perche' l'organizzazione e' un testimone scomodo", ha detto aggiugendo come "i medici, e non solo quelli di Emergency, vanno dove la stampa non puo' andare. E l'irruzione nell'ospedale di Emergency e' stato un modo per imbavagliarli perche' i medici informano, danno notizie, denunciano che il 90% delle vittime delle guerre sono civili". "Il governo italiano si deve far sentire con una voce piu' forte per fare in modo -ha detto la Mannoia- che i tre tornino a casa".

Articlolo scritto da: Adnkronos