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Haiti, ancora una scossa

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Haiti, ancora una scossa

Port-au-Prince – Ad Haiti la terra continua a tremare. Una nuova forte scossa di 4,9 della scala Richter è stata registrata oggi, a nove giorni dal devastante terremoto che ha provocato decine di migliaia di morti. Già nei giorni scorsi era stata registrata un'altra forte scossa, di magnitudo 6.
E a 9 giorni dal sisma una squadra di soccorso spagnola ha tratto in salvo una ragazzina di 14 anni rimasta sepolta sotto le macerie della sua abitazione a Port-au-Prince. A darne notizia è stato il Servicio de Urgencias Mèdicas de Madrid (SUMMA). La minore, Estèfani, era stata data per morta, così come la sorella, dai genitori. A trovare la ragazzina, nata con un deficit mentale, è stato uno zio che scavava tra le macerie. Le squadre di soccorso sono riuscite a liberare la giovane, che era in stato di shock e soffriva di tachicardia e l'hanno ricoverata in un ospedale da campo. Tra un paio di giorni potra' essere dimessa.
E dopo questo ennesimo miracolo, un appello a non interrompere le ricerche arriva dal ministro degli Esteri italiano Franco Frattini: "In queste ore si sta decidendo la sospensione definitiva delle ricerche, anche se ieri sono state trovate vive alcune persone e quindi, francamente, qualche sforzo ulteriore a mio avviso si deve ancora fare".
"Abbiamo ancora soltanto due connazionali che mancano all'appello, nel senso che non sappiamo dove si trovino'', ha detto ancora il ministro, sottolineando che "forse non sono più neanche ad Haiti. Altri due sono stati in qualche modo dichiarati definitivamente dispersi, una formula che ovviamente non nasconde la nostra estrema preoccupazione – ha aggiunto – Tra loro c'è una funzionaria delle Nazioni Unite, mentre l'altro è in un'area completamente distrutta". Altri due, ha aggiunto, "purtroppo, come è noto, sono deceduti".
Il bilancio esatto delle vittime del sisma potrebbe restare tuttavia sconosciuto, secondo quanto affermato da funzionari dell'Onu al 'Washington Post'. I morti potrebbero essere infatti tra i 100 ed i 150mila: 70mila i corpi senza vita recuperati tra le macerie ma le cifre, sottolineano all'Onu, nella migliore delle ipotesi sono congetture. Non solo non si conosce il numero delle persone ancora tra le macerie degli edifici distrutti, ma anche aggiornare il numero dei morti accertati in una situazione in cui le istituzioni governative, ma anche ospedali e obitori sono al collasso, è estremamente complicato.
La stessa Onu ha continuato ad aggiornare il bilancio delle vittime tra i dipendenti dell'organizzazione: domenica si era parlato di 650 dispersi tra il personale civile. Oggi la stima è di 296. Come spiega il portavoce Nick Birnback, la maggior parte del dispersi erano cittadini haitiani sopravvissuti al terremoto ma che non sono più riusciti a mettersi in contatto con l'organizzazione dopo il sisma. "Poco a poco, riuscendo a comunicare, sono sempre più numerosi quelli con cui torniamo ad essere in contatto. La nostra speranza è che la stragrande maggioranza abbia lasciato l'edificio e sia andato via in tempo". Secondo le ultime stime, i feriti sono approssimativamente 200mila e gli sfollati circa un milione, mentre meta' degli edifici di Port-au-Prince sono distrutti.
Diverse le cifre fornite da Croce Rossa e Mezzaluna Rossa che stimano i morti tra i 50.000 e i 70.000. Più di 3 milioni di persone sarebbero state colpite dal disastro e necessitano di assistenza. Le zone maggiormente interessate attorno a Port-au-Prince sono Petits Goaves e Les Nippes, dove si registrano quasi 1.000 morti e 500.000 senza tetto. Leogane, ad ovest di Port-au-Prince, resta il centro più colpito, con circa 10.000 persone rimaste uccise e l'80-90% degli edifici danneggiato.
Intanto continua la corsa contro il tempo per portare aiuti sull'Isola. Attualmente, fa saper l'Onu, circa 150 aerei con aiuti e soccorsi riescono ad atterrare ogni giorno a Port au Prince ma nonostante il relativo miglioramento, la situazione rimane "problematica" a causa di "una forte congestione del traffico aereo" nell'aereoporto della capitale. "Trovare uno slot libero per un aereo grande è ancora un problema" fa sapere l'Ocha, l'Ufficio per il coordinamento degli Affari Umanitari delle Nazioni Unite.
E dal Fondo monetario internazionale Dominique Strauss-Kahn invoca un nuovo 'piano Marshall'. "La mia idea – spiega il numero uno dell'Fmi – è che Haiti abbia bisogno di qualcosa di grande, non solo secondo un approccio frammentario, ma qualcosa di molto più grande, per gestire la ricostruzione del Paese, una specie di piano Marshall", appunto.

Articlolo scritto da: Adnkronos