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Il giorno della memoria e ‘La scatola di Dachau et cetera’

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AREZZO – Il Giorno della Memoria, secondo lo spirito della legge che ha istituito questa giornata, segna una data che deve rimanere nella memoria collettiva del mondo libero, quella dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz. Un simbolo dell'orrore e dell'Olocausto. "Dal 2000, da quando formalmente è stata istituita questa data – ha detto l’Assessore alla cultura della Provincia di Arezzo, Rita Mezzetti Panozzi, – le istituzioni si sono impegnate nell’organizzazione di iniziative che siano, soprattutto, insegnamento per le generazioni future". Dal 16 gennaio all’1 febbraio prossimo, Provincia e Comune di Arezzo, e Istituto Storico aretino della Resistenza e dell'eta contemporanea, hanno stilato un programma unitario di iniziative che sarà presentato, nel dettaglio, la prossima settimana. "Questa mattina – ha continuato l’Assessore Mezzetti Panozzi – presentiamo solo la mostra dell’artista valdarnese, Marco Fidolini, La scatola di Dachau et cetera, che sarà inaugurata venerdì 15 gennaio nell’Atrio d’Onore del Palazzo della Provincia, alle ore 17.00". Fidolini, pittore, incisore, si occupa di saggistica d’arte, il suo lavoro d’artista si è sempre distinto per una sua specifica connotazione esistenziale espressa in simbiosi tra linguaggio artistico e implicazioni sociali. "Noi affoghiamo sempre nella retorica anche quando il dolore e la barbarie imporrebbero l’asciuttezza dei sentimenti e una memoria vigile e perenne – ha detto Fidolini – Con questa mostra, spero di suscitare interrogativi e riflessioni anche in merito a quanto avviene ancora oggi nella nostra società". La mostra, che resterà aperta fino al 13 febbraio p.v. (tutti i giorni, dalle 9.30 alle 17.00), affronta il tragico tema della Shoah attraverso 14 disegni, 20 acqueforti ed un importante dipinto a scomparti mobili. "Mi fa molto piacere che la Provincia, Medaglia d’Oro alla Resistenza, abbia coordinato questo programma vario e di qualità che presenteremo nel dettaglio nei prossimi giorni – ha affermato l’Assessore alla cultura del Comune di Arezzo, Camillo Brezzi – Sono contento che ad inaugurare le manifestazioni, sia la mostra di Fidolini: arte e memoria è un rapporto che mi piace. Vedremo immagini forti come, d’altra parte, atroce è stata la Shoah". Oggi, nella società della comunicazione, dell’immagine, di internet e della televisione parole come Shoah, ebreo, genocidio, razza e razzismo, olocausto possono apparire prive di storicità e di significato. La mostra di Marco Fidolini "La scatola di Dachau et cetera" ci aiuta a comprendere meglio, attraverso l’arte, un passato doloroso che è fondamento della storia dell’umanità. "Sono rimasto colpito da un servizio televisivo – racconta Fidolini – e dallo stridore di alcune bancarelle che venvano mostrate, situate intorno all’ingresso di un campo di concentramento. Quello stridore, ha scaturito l’idea di questo polittico a scomparti mobili (La scatola di Dachau) e le opere grafiche che lo accompagnano. Due anni di lavoro – conclude Fidolini – intorno al tema centrale della Shoah con l’intenzione di travalicarne perfino l’atroce rimando storico per alludere a significati e coinvolgimenti plurimi di forte impegno civile impressi e racchiusi, idealmente, in quell’et cetera". "Razzismo e xenofobia si combattono anche ricordando il passato e guardando al futuro attraverso le giovani generazioni – ha concluso Tiziana Nocentini dell’Istituto Storico aretino della Resistenza – Quei giovani con i quali il nostro Istituto, sta lavorando su varie iniziative come, ad esempio, una raccolta di memoria di Resistanza e di eccidi vissuti nella nostra provincia".