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Iraq, condannato a morte Tareq Aziz

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Baghdad – (Adnkronos/Aki) – Il tribunale di Baghdad ha emesso questa mattina una sentenza di condanna a morte per l'ex vice presidente iracheno Tareq Aziz. Lo ha annunciato la tv di Stato irachena.
L'Alta corte penale di Baghdad ha previsto che la pena capitale alla quale è stato condannato Tareq Aziz sarà eseguita mediante impiccagione. Il sito locale 'al-Sumaria News' spiega che l'ex gerarca iracheno è stato condannato nell'ambito del processo relativo alla chiusura dei partiti religiosi in Iraq.
Insieme a Tareq Aziz sono stati condannati alla pena capitale anche l'ex ministro dell'Interno, Saadun Shaker, e l'ex segretario personale di Saddam Hussein, Abdel Hamid Hamud.
La sentenza arriva da uno dei sette processi nei quali è imputato Tareq Aziz e riguarda la campagna avviata negli anni Ottanta contro i partiti politici sciiti filo-iraniani, che ha visto in quegli anni eseguire una serie di arresti e di condanne a morte nei confronti dei principali esponenti politici sciiti del paese.
"La condanna a morte di mio padre da parte del tribunale di Baghdad – commenta il figlio di Tareq Aziz, Ziyad – conferma come i documenti pubblicati dal sito Wikileaks dicano il vero su quanto avvenuto negli ultimi anni in Iraq". "Si tratta di una vendetta per quanto avvenuto in passato nel Paese – ha affermato – e conferma la veridicità delle informazione fornite da Wikileaks sull'Iraq". Secondo Ziyad, il padre "non ha nulla a che fare con l'attività repressiva svolta negli anni Ottanta nei confronti dei partiti religiosi. Al contrario lui è stato una vittima del partito sciita al-Dawa". Ziyad ricorda che il gruppo politico aveva eseguito un attentato nel 1980 nel quale Aziz era rimasto ferito. "Mio padre è stato condannato senza che potesse avvalersi della difesa di un legale", ha quindi concluso il figlio dell'ex vice premier cristiano.
Per l'Ue "la pena di morte è inaccettabile in tutti i casi e in tutte le circostanze", ricorda un portavoce dell'Alto rappresentante Ue per la politica estera e di sicurezza Catherine Ashton a proposito della condanna a morte comminata a Tareq Aziz. "La posizione dell'Ue verrà resa nota oggi alle autorità irachene dall'Alto rappresentante", ha aggiunto il portavoce della Ashton, secondo cui queste "non dovrebbero eseguire la condanna a morte".
E dall'Italia il leader dei radicali, Marco Pannella annuncia la sua protesta non violenta contro la condanna a morte. ''Come con Saddam vogliono strozzarlo per impedirgli di parlare. Passo immediatamente allo sciopero totale della fame e della sete perché non si passi all'esecuzione di Tarek Aziz. Chiedo a Silvio Berlusconi, che quasi ossessivamente afferma di avere per amici, e non solo complici, i potenti della terra e in particolare Bush, Blair, Putin e Gheddafi, di dimostrarcelo in questa occasione, ne ha il dovere essendo stato fra i principali responsabili della guerra in Iraq scoppiata per impedire l'esilio di Saddam e la pace, in quel caso ingannando il Parlamento e il popolo italiano''.
Per il mondo cattolico è tra gli altri la Comunità di Sant'Egidio a intervenire giudicando ''la pena di morte contro Tarek Aziz una punizione postuma''. ''L'Iraq in tal modo dimostra di essere un Paese che non trova pace e rischia di allontanarsi dal sentire della gran parte degli Stati del mondo, tuttavia si può sperare in un atto di clemenza del governo iracheno all'interno del quale si trovano diverse personalità contrarie alla pena capitale'', dice all'ADNKRONOS il portavoce della Comunità Mario Marazziti.
Padre Jean Marie Benjamin, il prete cattolico francese segretario generale della Fondazione Beato Angelico ed ex funzionario dell'Onu che si è sempre battuto in prima persona per la causa irachena, auspica una presa di posizione della Santa Sede. "Una presa di posizione del Vaticano servirebbe'', afferma all'Adnkronos padre Benjamin, il quale ritiene che "certamente in questo tipo di situazioni così delicate la Santa Sede avrà attivato canali diplomatici".
Da parte sua padre Benjamin sta lavorando per mobilitare l'opinione pubblica attraverso una manifestazione. "La condanna a morte di Aziz è allucinante. L'idea – spiega – è quella di organizzare una manifestazione davanti all'ambasciata irachena di Roma. Sto cercando di coinvolgere, tra mille difficoltà, personalità religiose, politiche, intellettuali".
Intanto l'avvocato Giovanni Di Stefano, legale di Tariq Aziz annuncia all'ADNKRONOS di aver ''presentato un'istanza urgente all'Inter-American Commission on Human Rights per chiedere l'interruzione dell'esecuzione di condanna a morte''. ''Avevo già presentato istanza quando Aziz e' stato trasferito dal carcere americano di Camp Cropper al carcere di Baghdad, passando sotto la giurisdizione irachena – spiega – Ma il 6 ottobre scorso l'Iahrc ci aveva risposto che erano necessarie ulteriori prove per garantire le misure cautelari. Quale momento migliore di questo, considerato che il nostro cliente sta affrontando la pena di morte, affinche' vengano garantite queste misure oggi?", si chiede l'avvocato.
''Aziz avrebbe dovuto essere rilasciato il 24 ottobre, dopo aver scontato meta' della pena, e cioe' 7 anni e 6 mesi, essendosi comportato bene durante il periodo di detenzione – prosegue Di Stefano – Questa sentenza fasulla arrivata oggi e' stata emessa per impedire il suo rilascio, che avrebbe dovuto essere automatico''.

Articlolo scritto da: Adnkronos