Home Politica La cultura, Arezzo e la voglia di nuova verginità dei ‘finiani’

La cultura, Arezzo e la voglia di nuova verginità dei ‘finiani’

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Arezzo – "Considero un fatto interessante e lo dico onestamente, che una parte della destra si sia in qualche modo accorta che quindici anni di berlusconismo hanno fatto danni enormi al paese. Meglio tardi che mai direbbe qualcuno. Credo che sia un fatto positivo per tutti che si possa tornare a discutere di alcuni temi, come la cultura, laicamente, meglio ancora delle modalità con cui un’ amministrazione pubblica deve rapportarsi col mondo della cultura. Fa sorridere però che questa ripresa di autonomia dal pensiero unico berlusconiano debba coincidere con “l'inizio della storia”. Forse lo sarà per i “finiani” ma non lo è per il resto del mondo.
Angelo Rossi, si chiede dove fossi stato in questi cinque anni: ammesso che interessi a qualcuno, sono stato a fare politica, poi il consigliere comunale ed infine ad occuparmi della commissione cultura.
Pare sfugga ai “finiani” aretini che le commissioni consiliari non hanno poteri, non “gestiscono” alcunché, possono solo svolgere funzioni consultive. Sfugge anche che il sottoscritto ha da sempre sostenuto le cose che sostiene ora e non ha recitato nessun “mea culpa”.
Mai una commissione cultura ha tenuto tante riunioni aperte, anche quando erano “scomode”.
Per fortuna dentro al centrosinistra si può discutere ed anche dissentire senza essere cacciati come accade nell'impero berlusconiano.
Forse non si sono accorti i seguaci aretini del Presidente della Camera che l'anno scorso per tutta l'estate sui giornali e poi nelle sedi istituzionali si è tenuto un acceso dibattito sulle critiche mosse da Neo-On a certe scelte culturali della amministrazione, dibattito ospitato dalla Commissione in modo aperto e trasparente e così quest'anno la Commissione ha ascoltato l'Assessore Brezzi al quale erano state mosse critiche, anche forti, sul suo operato.
Mi verrebbe spontaneo girare la domanda ad Angelo Rossi ed al suo circolo, voi dove eravate in questi cinque anni e nei sette precedenti nei quali la destra governava ad Arezzo?
Se come sembra, su alcune questioni come la politica culturale c'è una condivisione che supera gli steccati politici benissimo, ma non giochiamo alle verginelle perché chi legge capisce subito dove sta il trucco.
Quindici anni di sostegno incondizionato a Berlusconi a Roma e sette a Lucherini ad Arezzo non possono essere cancellati da una “estate da ribelli”."