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Mafia, sequestrati beni per 550 milioni

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PALERMO – Beni per un valore complessivo di oltre 550 milioni di euro sono stati sequestrati a Palermo dalla Direzione investigativa antimafia e dalla Guardia di Finanza. Il provvedimento riguarda un ingente patrimonio immobiliare e societario ricondicibile all'imprenditore Rosario Cascio, 75 anni, originario di Santa Margherita Belice (Agrigento) ma residente a Partanna (Trapani) e condannato in via definitiva per associazione mafiosa.
Cascio e' ritenuto dagli investigatori il cassiere del boss latitante Matteo Messina Denaro.
Tra i beni sequestrati all'imprenditore agrigentino ci sono 15 tra ditte individuali e societa' di capitali operanti prevalentemente nel settore edilizio e intestatarie di 200 appezzamenti di terreno nelle province di Agrigento e Trapani; 90 fabbricati tra appartamenti, magazzini ed autoparchi; 9 stabilimenti industriali tra cui diversi silos, che si trovano nel porto di Mazara del Vallo (Trapani) e 120 automezzi.
Sotto sequestro sono finiti anche altri beni intestati a Rosario Cascio e alla moglie: 60 appezzamenti di terreno, 80 tra ville, appartamenti, palazzine e magazzini, 50 veicoli e un'imbarcazione da diporto. Parte di tale 'impero' era stato gia' sequestrato dalla Dia e dalla Guardia di finanza nel 2008, quando l'imprenditore 're' del calcestruzzo era stato arrestato. Il Tribunale del riesame, pero', annullo' in parte la misura, confermandola sono in relazione alle imprese di calcestruzzi. Contro questa decisione la Procura di Palermo ha fatto ricorso e la Cassazione ha bocciato il pronunciamento dei giudici del Tribunale di sorveglianza.
Cascio, gia' condannato nell'ambito del processo 'Mafia & Appalti con sentenza passata in giudicato, a sei anni di reclusione per associazione a delinquere di stampo mafioso, il 2 settembre del 2008 e' stato raggiunto da un'ordinanza di custodia cautelare in carcere perche' "ritenuto responsabile di aver partecipato ad un sodalizio criminoso, organico a Cosa nostra, al fine di acquisire il controllo di attivita' economiche e realizzare ingiusti profitti dal 1994 al 2008".
In particolare, per gli investigatori, ha gestito attivita' economiche e lavori in subappalto, assicurandosi il monopolio del mercato del calcestruzzo e del movimento terra con la forza intimidatrice.
Per il procuratore aggiunto di Palermo, Roberto Scarpinato, il maxi sequestro e' "un colpo formidabile all'economia di Cosa nostra. Il patrimonio di Cascio costituiva – ha spiegato durante la conferenza stampa – una straordinaria macchina attraverso la quale Cosa nostra acquisiva consenso. Il fatto che i capimandamento dell'agrigentino si rivolgessero a lui per farsi intermediario presso Messina Denaro dimostra che dietro Cascio si proiettava l'ombra lunga del boss latitante di Castelvetrano".
"Intorno al boss Matteo Messina Denaro c'e' un'aurea di consenso piu' forte rispetto a quella di altri capi palermitani, una sorta di santificazione del consenso, che diventa un cuscinetto di protezione difficile da scalfire" ha aggiunto Scarpinato.
Il pm si e' poi soffermato sull'analisi dei tratti caratteristici della mafia trapanese. "In quest'area del territorio siciliano Cosa nostra gestisce il consenso e accumula ricchezze non attraverso l'imposizione a tappeto del pizzo, ma grazie a imprese conniventi. Nel Trapanese c'e' in sostanza una mafia dei colletti bianchi".
Per il ministro della Giustizia, Angelino Alfano, l'operazione portata a termine a Catania rappresenta un ulteriore passo della strategia vincente messa in campo dallo Stato''.
''Si tratta di risultati straordinari – continua il Guardasigilli – nella lotta contro le forze dell'antistato: sia perche' colpiscono il cuore delle organizzazioni criminali e cioe' la loro potenza economica, sottraendo proprio quelle risorse necessarie per diffondersi e infiltrarsi, sia per la conferma, l'ennesima, della assoluta validita' delle iniziative legislative individuate per emancipare l'Italia da tutte le mafie''. ''Si deve essere orgogliosi – ha concluso il ministro – di partecipare e offrire, ognuno nel rispetto del proprio ruolo, un contributo per questa esaltante stagione antimafia senza precedenti nella storia del nostro Paese".