Home Cultura e Eventi Cultura Non solo negozi aperti, la Notte Rosa è anche musica

Non solo negozi aperti, la Notte Rosa è anche musica

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AREZZO – Il Play Art si tinge di rosa. La seconda serata di concerti nel centro di Arezzo, giovedì 22 luglio, si intreccia con la Notte Rosa e porta sul palco grandi artiste della musica italiana.

A partire da mezzanotte, in piazza della Libertà si parte con la musica, iniziano le Cherry Lips, la band italo-inglese che porterà in scena le note dell'aggressivo rock al femminile, e si prosegue con Gina vincitrice Premio Ciampi, un mix di folk, blues e tanto amore per la musica italiana. Gran finale poi con l'artista del momento, Nina Zilli che si esibisce con un live set che ripercorre i brani del suo album d'esordio.

Notizia Archiviata. Immagine non più disponibile.Cherry Lips
Attive dal 2004 le Cherry Lips si distinguono nel panorama nazionale ed internazionale come uno dei più solidi e talentuosi gruppi rock al femminile.
Forte di una giovanissima età (tutte le ragazze sono intorno ai vent’anni), il gruppo italo/inglese capitanato da Stefania Parks propone un hard/glam rock con forti influenze nel rock’n’roll anni settanta e ottanta suonato con grinta e tecnica fuori dal comune. Il nucleo originario della band si forma al liceo nel 2004 grazie a Stefania Parks (voce/chitarra) e Karima Oustadi (basso). Si aggiungono poi Serena Zocca (batteria) ed Elisa Pisetta (chiatarra).
Subito dopo la pubblicazione del primo LP, la band attira l’attenzione dei principali media nazionali partecipando e vincendo alcuni importanti concorsi nazionali (Indie Time, Levicosuono, finali di Cornetto FreeMusic Algida), aprendo a diversi artisti di rilievo (FutureHead, Elisa, Hormonauts) ed ottenendo una serie di importanti recensioni ed articoli.
Il primo singolo e video della band è “Mean, hot & nasty” che ottiene numerosi passaggi dai principali canali musicali ed emittenti radiofoniche.
L’album esce finalmente nei negozi a fine 2008 su etichetta Vrec/Andromeda Relix/Venus Distribuzione mentre per la pubblicazione internazionale viene affidata a Swed Metal. Il tour organizzato da Blitz Studio tocca tutte le principali città italiane. Parallelamente la batterista Stefania lascia il gruppo per motivi personali. In primavera l’album esce in tutta Europa guadagnando la Top5 svedese e numerose recensioni positive (rassegna stampa online).

Notizia Archiviata. Immagine non più disponibile. Nina Zilli
Sono nata la notte e penso sia per questo che mi addormento quando gli altri si svegliano.
Sono bilingue inglese perché ho passato parte della mia infanzia in Irlanda. Una volta finite le superiori mi sono trasferita per 2 anni negli States, prima a Chicago e poi a New York.
Sono laureata, ma non esercito la professione per cui ho studiato.
Sono una pianista, al momento con un braccio rotto. Suono la chitarra e scrivo canzoni che poi arrangio come più mi piace. Ho studiato canto lirico in conservatorio, da soprano. L’opera non era molto nelle mie corde e quando mi chiesero di vestirmi da novizia per il saggio finale, decisi che forse era meglio smettere. Preferivo nettamente il rock’n’roll.

Ho iniziato ad esibirmi live a 13 anni, con un gruppo di rockettari della mia scuola, già ottimi musicisti.
Ho sempre ascoltato un sacco di musica, grazie ai miei amici maschi (questo glielo devo). Partendo dal punk, dal metal e dal rock anni 70, piano piano sono arrivata alla mia musica perfetta: quella degli anni 50’ e 60’. Americana (il primo soul della motown, l’r’n’b della stax, il surf, il rock’n’roll…), inglese (sia i Beatles che gli Stones, non ho mai capito perché si debba scegliere. Lo ska degli Specials, dei Selecter, dei Madness e compagnia bella. E i Clash. Rock’n’Roll all’anima di Joe Strummer.) jamaicana (rocksteady, ska original, reggae) e italiana (il beat magistralmente orchestrato da Morricone) dal rock’n’roll bianco di Celentano a Caterina Valente.

Ancora poppante, nel 1997 fondai i “The jerks” un gruppo garage beat con cui ho girato tutti i festival e i locali da beattaroli italiani per un paio d’anni. Memorabile intro orgasmico sul pezzo dei Tornadoes, “Bustin’ Surfboard”. Il pubblico era sempre in anticipo.
Ai “The Jerks” seguirono nel 2000 “Chiara&Gliscuri”, il nome del gruppo si rifà agli anni 60 italiani di Rita La Zanzara, ma rispetto a prima, le sonorità si spostano verso la Jamaica. Il rocksteady di Alton Ellis, Delroy Wilson e Phyllis Dillon sono stati i punti di riferimento più importanti.
Con Chiara&Gliscuri, nel 2001, è arrivato anche il primo contratto discografico, per Columbia, Sony Music. Nel frattempo ero già stata vj ad Mtv e co-conduttrice (e autrice di tutti i miei interventi e delle interviste) dell’ultima edizione del Roxy Bar di Red Ronnie, in onda su TMC2. La tv però, con tutto il divertimento e le esperienze che mi ha regalato, non era cosa per me. Ho sempre voluto cantare. Non volevo passare per la presentatrice che si regala il vezzo di provarci anche da cantante.

Dopo l’uscita del singolo “Tutti al mare” (maggio 2001) e numerosi concerti (quell’estate fummo supporter ai Meganoidi, durante il loro tour “Supereroi”), ho cantato davanti a Pippo a Roma, per le selezione di San Remo giovani, arrivando tra gli ultimi 20 ma non sul palco dell’Ariston. Ero comunque pronta ad affrontare il primo disco. Il momento era sbagliato purtoppo. Al cambio della direzione artistica di una major è seguito anche un cambio nella direzione artistica del mio album. Ho detto no. Troppo lontano da me. È comunque uscito un singolo, quasi senza che io lo sapessi, parolato da Morgan e di cui non ricordo neanche il titolo. O meglio, non voglio ricordare.

Soul, rocksteady/reggae e beat sono da sempre i miei amori più grandi ed è per questo che negli anni ho continuato a collaborare con band legate a questi generi, ultimi tra tutti gli Africa Unite, per i quali ho cantato “Bomboclaat Crazy” nell’ultimo disco “4 riddim 4 unity” e i Franziska, nei dischi e nei concerti in giro per Italia ed Europa.

Oggi scrivo quello che canto. E mi chiamo Nina Zilli.