Home Nazionale Nyt: ‘Prete pedofilo tedesco tornò in attività e il Papa lo sapeva’

Nyt: ‘Prete pedofilo tedesco tornò in attività e il Papa lo sapeva’

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NEW YORK – "Il cardinale Joseph Ratzinger, ai tempi in cui era arcivescovo di Monaco, fu informato del fatto che un prete, per il quale era stata approvata una terapia nel 1980 per pedofilia, sarebbe tornato all'attività pastorale pochi giorni dopo aver iniziato la terapia psichiatrica". E' quanto scrive oggi il New York Times che, all'indomani dell'articolo sugli abusi ai bambini sordomuti della scuola del Wisconsin che sarebbero stati coperti dalle gerarchie vaticane, torna, con una corrispondenza da Monaco, sullo scandalo degli abusi in Germania.
E afferma che "il futuro Papa Benedetto XVI sarebbe stato al corrente degli abusi molto più di quanto le precedenti dichiarazioni della chiesa abbiano suggerito". La vicenda del reverendo Peter Hullermann, che nel 1986 fu poi condannato per molestie a ragazzi in un'altra parrocchia della Baviera, era emersa nelle scorse settimane e allora l'arcidiocesi di Monaco aveva addossato l'intera responsabilità della decisione di trasferire il prete all'allora vice del cardinale Ratzinger, Gerhard Gruber.
Ma ora l'informativa di cui parla il New York Times, sostenendo che la sua esistenza è stata confermata da due fonti ecclesiastiche, mostrerebbe che l'allora cardinale Ratzinger "non solo presiedette a una riunione il 15 gennaio 1980 in cui si approvò il trasferimento, ma fu anche informato del suo nuovo incarico".

Il quotidiano americano precisa comunque che rimane da chiarire "che ruolo abbia effettivamente avuto nella decisione, e quanto interesse abbia mostrato nel caso del prete molestatore" il futuro Papa. Ma sottolinea come il reverendo Friedrich Fahr, che gestì il caso Hullermann sin dall'inizio, "sia rimasto sempre personalmente" legato al cardinale Ratzinger.
Fonti ecclesiastiche – continua ancora il il New York Times – difendono il Papa sostenendo che l'informativa era una routine e che "è improbabile che sia finita effettivamente sulla scrivania dell'arcivescovo", secondo quanto ha detto il reverendo Lorenz Wolf, giudice vicario dell'arcidiocesi di Monaco, che non può però escludere che il Papa l'abbia letta.
"Il caso Hullermann ha assunto una nuova importanza – scrivono ancora gli inviati del giornale americano – perché è avvenuto in un periodo in cui il cardinale Ratzinger, che in seguito sarebbe stato incaricato di fronteggiare migliaia di abusi per conto del Vaticano, era allora nella posizione di denunciare il sacerdote o almeno impedirgli di avere contatti con bambini. L'arcidiocesi tedesca ha riconosciuto che sono stati commessi dei 'gravi errori', nella gestione del caso Hullermann, anche se questi vengono attribuiti alle persone che riferivano al cardinale, piuttosto che il cardinale".
Oggi l''Avvenire', in un editoriale all'indomani delle rivelazioni del 'New York Times', tuona contro il quotidiano americano e parla di "un'onda mediatica" e in alcuni casi "una frenesia strana di lanciare il sasso, di sporcare, di insinuare che, in realtà, coloro che agiscono nel nome di Cristo sono poi uguali a noi, e anzi molto peggiori".
"Non è vero – sottolinea il quotidiano dei vescovi – che la Congregazione per la dottrina della fede, negli anni in cui era guidata da Joseph Ratzinger, insabbiò il procedimento canonico a carico di Lawrence Murphy, il sacerdote americano colpevole di abusi su dei bambini sordi. Chi legga i documenti pubblicati dal New York Times a sostegno di questa accusa scopre che in realtà solo i vertici della Chiesa americana insistettero a indagare su fatti, che erano stati archiviati dalla giustizia civile".

Articlolo scritto da: Adnkronos/Ign