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Pomodoro in crisi ad Arezzo; Mugnai, Trabucco e Milani (Pdl)

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Pomodoro in crisi ad Arezzo; Mugnai, Trabucco e Milani (Pdl)

Firenze «Ogni giorno che passa, la situazione dei produttori toscani di pomodori appare più grave. La Regione Toscana deve farsene carico con decisione». Lo afferma il Consigliere regionale del Pdl Stefano Mugnai insieme a Responsabile e Vice responsabile del Dipartimento agricoltura del Pdl di Arezzo Luca Trabucco e Alberto Milani. Mugnai annuncia in merito anche un’interrogazione urgente alla giunta regionale ma, in attesa della ripresa delle attività istituzionali, gli esponenti del Pdl ci tengono a sollecitare azioni da parte della Regione.
«Salutiamo con favore la disponibilità dell’assessore Salvadori a incontrare i rappresentanti degli agricoltori», affermano. «Certo – proseguono – magari forse si poteva convocare il tavolo tra Regione e produttori prima del 31 agosto. Questo perché non c’è un minuto da perdere con i raccolti di pomodori che stanno marcendo nei campi, rischiando così di compromettere la stabilità economica di numerose aziende agricole. Solo nella provincia di Arezzo si parla di un settore che utilizza 700 ettari di terreno, e che oggi si trova dinanzi a un rischio di perdita di circa 3 milioni e mezzo di euro».
«Per anni la Regione, governata allora dal centrosinistra di Claudio Martini, non ha sentito neanche il bisogno di avere un assessore con la delega all’agricoltura. Finalmente tale assurda posizione è stata rivista ma adesso, su questa battaglia, è giunta l’ora per questo governo regionale di dimostrare che concetti come specificità e tipicità del settore agricolo toscano, tracciabilità dei prodotti, filiera corta, non rappresentano un mero esercizio dialettico, bensì il quadro di riferimento per una concreta volontà di tutelare un settore, quello dell’agricoltura toscana, che certo non può reggere da solo la concorrenza di sistemi produttivi come quello cinese».
Ma oltre alla concorrenza estera c’è quella interna: «Meno che mai se poi si permette alla grande distribuzione (che in Toscana è così forte perché qualcuno l’ha permesso) e ad alcune grandi realtà di trasformazione di disattendere gli impegni presi, di applicare ingiustificate tare e penalizzazioni dal 30 al 40% sul prodotto consegnato, o di liquidare circa la metà dei precedentemente pattuiti 7 centesimi di euro al chilo. Ovviamente – sottolineano Mugnai, Benedetti e Marignani – queste lungaggini strumentali mettono i produttori con le spalle al muro, poiché li pongono davanti all’alternativa di accettare condizioni vessatorie o di veder deperire rapidamente il proprio prodotto sino a renderlo non più commerciabilizzabile».
«Siamo sicuri – si domandano gli esponenti del Pdl – che la nostra Toscana, il cui territorio è stato modellato nei secoli dall’agricoltura, possa permettersi di veder chiudere decine e decine di aziende agricole? Noi crediamo di no, e siamo fiduciosi che anche in giunta regionale la pensino così. Allora, però, sono necessarie azioni concrete in tempi rapidi, dal momento che i tempi dell’agricoltura non coincidono con quelli della politica. Su questa battaglia in difesa dei sacrosanti diritti dei produttori toscani di pomodori, il Popolo della Libertà garantirà la massima collaborazione per giungere a una soluzione che salvaguardi i produttori. Allo stesso tempo, vigileremo su ciò che di concreto farà la giunta regionale, anche attraverso la presentazione di un’apposita interrogazione urgente».