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Due Mari: ‘E’ anche questione di dignità istituzionale’

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Due Mari: ‘E’ anche questione di dignità istituzionale’
Giuseppe Fanfani

Arezzo – Nessuno sarà rimasto sorpreso dall’esito del “tavolo tecnico” per la Due Mari. Un elemento bisogna riconoscere non solo a questo governo ma anche a quelli che l’hanno preceduto: l’assoluta coerenza e la fortissima determinazione a non concludere la Due Mari.
Adesso il Governo nazionale lancia la palla nella metà campo dei sistemi locali chiedendo a essi di fasi carico di gran parte dei costi. Un’azione che potrebbe determinare rabbia ma la cui assoluta incongruenza non può far che sorridere. Il Governo pensa che le casse dello Stato siano vuote e quelle degli enti e delle imprese locali piene? Archiviamo questa ipotesi di pura fantasia e cerchiamo le soluzioni possibili. Ci stanno prendendo in giro: basta ricordare che da una parte hanno cancellato il nodo di Olmo (teoricamente non solo garantito ma anche finanziato) e dall’altra fingono di lavorare a una soluzione alternativa che mai vedrà la luce.
I sistemi locali possono fare la loro parte: nei limiti delle competenze istituzionali e delle risorse disponibili. Ma il Governo non può sottrarsi al suo ruolo di soggetto assolutamente principale. Anche in questo caso per ruolo e risorse. Ma non solo. La Due Mari non è una delle molte opere pubbliche progettate e non realizzate. È l’esempio di cosa non bisognerebbe mai fare: iniziare un’opera, non concluderla, riprenderla e via di seguito. Una giostra di cantieri aperti e chiusi, di promesse fatte e non mantenute che non solo priva il paese di una strada fondamentale ma che mina la stessa dignità delle istituzioni pubbliche. Il Governo deve agire non solo per completare un’opera indispensabile all’Italia e alla sua economia ma anche per evitare che la Due Mari sia un ulteriore macigno capace di schiacciare la dignità delle istituzioni e la fiducia dei cittadini nello pubblica amministrazione.