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Faccia a faccia con il prof. Franco Mandelli

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Arezzo – Raccogliere fondi per la ricerca sulle leucemie e dare ai malati una speranza sul futuro, ecco gli obbiettivi del libro edito dalla Sperling & Kupfer: “Ho sognato un mondo senza cancro”, che verrà presentato sabato 22 gennaio alle ore 17.00 all’interno della rassegna letteraria “il Giardino delle Idee” promossa dall’associazione La Fabbrica delle Idee con il patrocinio di Provincia e Camera di Commercio di Arezzo, la collaborazione organizzativa della Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici di Arezzo e il contributo di Coingas SpA.

Un libro scritto dal prof. FRANCO MANDELLI, ematologo di fama internazionale e presidente dell’AIL, Associazione italiana contro le leucemie, i linfomi e il mielosa, che documenta i progressi realizzati nella cura della malattia e nell’assistenza ai malati.

Il ricavato sarà interamente devoluto all’AIL.

Durante l’incontro, che sarà introdotto dal dr. GIUSEPPE MASCAMBRUNO, direttore del quotidiano La Nazione, e moderato dai giornalisti Antonella di Tommaso e Francesco Maria Rossi, molti saranno i temi affrontati dal prof. Mandelli.

“Sognare il mondo senza cancro” non vuol dire non avere più il cancro, ma avere i tumori del sangue curabili, avere cioè la possibilità che nella stragrande maggioranza dei casi, si arrivi ad una cura che consenta ai nostri malati di vivere bene” afferma da tempo il prof. Mandelli.

Professore ordinario di Ematologia all’Università “La Sapienza” di Roma il prof. Franco Mandelli ha diretto a Roma dal 1979 al 2003 il Centro Universitario di Ematologia del Policlinico Umberto I° da lui creato, composto oggi di reparti ospedalieri di ricovero per adulti e bambini, centro trapianti di midollo, day hospital, ambulatori, servizio per le malattie emorragiche e trombotiche, servizio di assistenza domiciliare, casa-alloggio per malati e loro parenti, pronto soccorso ematologico 24 ore su 24.

Ha pubblicato oltre 750 lavori scientifici.

Attraverso i volti e le storie di uomini, donne e bambini da lui curati, Franco Mandelli racconta per la prima volta la sua vita, esprime il suo netto e lucido punto di vista su alcune questioni cruciali della medicina, rivela la missione che ne ha animato gli sforzi: trasformare leucemie e linfomi in malattie come le altre. Un nemico ostico e terribile, certo, ma che si può finalmente sconfiggere.

L’incontro è promosso con la collaborazione organizzativa della Sezione AIL Federico Luzzi di Arezzo fondata il 21 settembre 2009 e inaugurata il 25 ottobre per volontà dei genitori del tennista Federico Luzzi con l’intento primario di onorare e mantenere vivo il suo ricordo.

Progetto primario della sezione aretina AIL, finanziarie un servizio medico domiciliare per i pazienti affetti da leucemia.

Professore, quali progressi sono stati compiuti negli ultimi anni nella diagnosi e nella cura delle leucemie?
Ho cominciato a curare le leucemie acute del bambino quando non guariva nessuno.
Oggi, di quegli stessi bambini guarisce l’80 per cento.

Nel libro ci sono alcune storie relative ai primi bambini guariti, quando ottenevamo una buona risposta e vedevamo che il bambino stava bene, ma non avremmo mai sperato che quello star bene corrispondesse ad una vera guarigione.

Come, invece, poi è stato.

Così, sono cambiate le cose per tante altre malattie: per esempio, per quanto riguarda i linfomi che una volta avevano possibilità di cura in pochi casi, mentre oggi possono guarire in alcune forme addirittura nella stessa percentuale in cui guariscono i bambini.

Devo dire che ci stiamo occupando molto della qualità di vita dei malati, cercando cioè, anche se il malato non guarisce, di farlo convivere con la malattia, ma senza avere grossi problemi e quindi conducendo una vita normale, convivendo con la malattia anche per decenni.

Questo non è un sogno, ma è già realtà.

Quali sono gli obiettivi di questo libro?

Sono diversi.

Il primo è certamente quello di cercare di raccogliere fondi con i diritti d’autore e tutti proventi andranno all’AIL.

Vengono elencate le iniziative dell’AIL, fra cui due straordinarie: la prima relativa all’assistenza domiciliare, che consente quindi di mandare a casa il malato e non tenerlo ricoverato quando non serve.

La seconda è la realtà delle case alloggio per quei malati che vivono lontani dai centri di trattamento e che possono quindi essere alloggiati gratuitamente. L’obiettivo più importante, forse, è quello di non far sentire i malati soli.

Quali sono le prossime sfide nell’ambito della ricerca scientifica?

Fare ricerca clinica indipendente, come noi facciamo con un gruppo, che si chiama “Gimema”, mettendo a disposizione dei Protocolli comuni senza che ci sia la dipendenza dell’industria farmaceutica.

Teatro dell’incontro l’Auditorium del Museo d’Arte Medioevale e Moderna di Arezzo in via San Lorentino, 8 (INFO: 0575 409050)
Il prof. Mandelli sarà disponibile per autografare copie del libro poste in vendita al desk dell’Auditorium a prezzo speciale.