Home Attualità ‘Giappone’ di Gianfranco Gori e Cristina Innocenti

‘Giappone’ di Gianfranco Gori e Cristina Innocenti

0
‘Giappone’ di Gianfranco Gori e Cristina Innocenti

Arezzo – Giappone: una meta esotica, un mondo lontano che più volte avevo sognato di vedere e di cui avevo sempre rimandato la visita soprattutto per ragioni legate all’ elevato costo della vita; nel 2008 però, grazie a una forte svalutazione dello yen rispetto all’ euro, questo viaggio è stato possibile a costi ragionevoli, anzi in qualche caso inferiori a quelli italiani: un esempio su tutti è quello del mezzo di trasporto prescelto, il treno, il cui costo in prima classe a percorrenza illimitata per 3 settimane è stato di 477 Euro, una cifra quindi decisamente ragionevole, ma… procediamo con ordine.
Il primo segno tangibile della proverbiale efficienza nipponica lo incontriamo subito all’ aeroporto Kansai International di Osaka, dove atterriamo provenienti da Roma e dove i solerti funzionari di frontiera, seppur con la tradizionale cortesia orientale, ci sottopongono subito a foto segnaletica e prelievo impronte digitali, condizione essenziale per ottenere il visto di ingresso!!
Mai successo in nessun altro paese del mondo, ma non ci crea nessun problema di rigetto!
Agli uffici della JR ( le ferrovie giapponesi ) , all’ interno stesso dell’ aeroporto ritiriamo il Japan Rail Pass, già pagato in Italia, che ci consentirà di effettuare in treno tutto il nostro itinerario in grande confort e con grande puntualità. Ottima scelta quindi !!!I
In treno raggiungiamo Shin Osaka, dove abbiamo prenotato il nostro albergo vicino alla stazione, per evidenti ragioni logistiche.
La stazione di Osaka centro dista solo 4 minuti e quindi, cercando di dimenticare le 7 ore di fuso orario, ci immergiamo immediatamente nel caldo umido, che accompagnerà gran parte del nostro viaggio, per iniziare la visita della città.
Abbiamo subito una testimonianza della supermodernità delle città giapponesi visitando l’ Umeda Sky Building, con terrazza panoramica a 140 metri di altezza.
Nella continua alternanza fra modernità e tradizione, con circa un’ ora di treno raggiungiamo Nara e dedichiamo quasi l ‘ intera giornata alla zona dei templi situata nel Nara- koen, un bel parco posto nella parte orientale della città.
Rientriamo in serata a Osaka e per sfruttare al massimo il tempo a disposizione ci rechiamo all’ Osaka-jo, il castello di Osaka.
Seguendo le indicazioni della fedele guida Lonely-Planet, scegliamo un ristorante dove abbiamo modo di gustare un ‘ ottima tempura, quale primo approccio alla famosa cucina giapponese.
A proposito di cucina, o meglio di ristoranti, vale la pena di ricordare un sistema che permette ai visitatori stranieri di orientarsi fra i cibi offerti, soprattutto in mancanza di personale di sala che parla inglese ( a questo riguardo da segnalare che non sono molti i giapponesi, anche fra i giovani, che parlano inglese ): spesso nella vetrina dei ristoranti vengono esposte le vivande perfettamente riprodotte in plastica con relativi prezzi (una sorta di menu parlante).
La visita di Osaka non può escludere l’ isola di Nakano-Shima, dove, per attenuare il caldo opprimente, sono state installate apparecchiature che spruzzano acqua nebulizzata sui passanti.
Non possiamo rinunciare a una breve escursione a Kobe, dove ci fermiamo anche per la cena, ovviamente per assaggiare la famosa omonima carne, sui cui metodi di allevamento avevamo letto più di una leggenda metropolitana!
In partenza per Kyoto, arriviamo alla stazione di Osaka con un congruo anticipo e abbiamo modo così di entrare in stretto contatto con il mondo che circonda il treno in tutte le sue sfaccettature così diverse da quelle a cui siamo abituati noi passeggeri occidentali e italiani in particolare: personale in elegante divisa che si inchina al passaggio dei passeggeri in salita e discesa dal treno e si inchina anche al passaggio di sua maestà… IL TRENO!!
Avremo poi modo di notare più volte il profondo rispetto di chi lavora per il proprio cliente e per il proprio posto di lavoro.
Dopo soli 15 minuti a bordo del treno superveloce Shinkansen raggiungiamo Kyoto e la stazione, inaugurata nel 1997, ci appare subito un monumento alla modernità e alla funzionalità.
Fra le molte alternative di zone templari in città, scegliamo quella più di Higashiyama, dove passiamo una buona mezza giornata.
Nella zona adiacente incontriamo alcune geishe o forse maikò, cioè allieve geishe, estremamente disponibili a farsi fotografare e, neanche a dirlo, non ci lasciamo davvero pregare!!
Nella periferia est il santuario Fusimi-Inari Taisha è costituito da cinque templi collegati da un sentiero che si inoltra per 4 Km lungo la montagna e lungo il quale centinai di torii rossi (portali di accesso al santuario ) creano una suggestione e un effetto cromatico degni di nota.
La visita al giardino del Palazzo Imperiale e il suo attraversamento fatto a fine mattinata sotto un sole cocente mette a dura prova la nostra resistenza ma, dopo una breve sosta per rifocillarci un po’, ci aspetta il Kinkaru-ji, il tempio d’ oro, ritenuto uno dei siti più famosi del Giappone.
Il viaggio da Kyoto a Beppu, nell’ isola di Kyushu, impone un cambio di treno a Kokura peraltro senza alcun disagio.
A Beppu soggiorniamo casualmente nello stesso albergo che ospitò la nostra nazionale di calcio durante i mondiali in Giappone; tuttora una foto gigante dei “nostri” troneggia nella hall (vista la “magra” raccolta nell’ occasione non c’è proprio da inorgoglirsi! ).
La zona attorno a Beppu è ricca di sorgenti termali di due tipi: gli jigoku (inferni), con acqua ad elevata temperatura e dai notevoli effetti cromatici e gli onsen, veri e propri bagni termali, per i quali i giapponesi hanno un profondo culto.
Lo spostamento da Beppu a Kagoshima presenta qualche difficoltà per una frana sulla linea ferroviaria causata da una pioggia incessante; anche le efficientissime ferrovie giapponesi vanno in crisi ma alla fine il problema viene risolto e, seppur con 4 ore di ritardo, raggiungiamo la meta.
La città di Kagoshima è buona base di partenza per una escursione alla zona del Sakurajima, un vulcano tuttora attivo; per noi rappresenta anche il punto più a ovest e più a sud del nostro itinerario e da lì iniziamo il nostro viaggio di ritorno con prima tappa a Fukuoka, città che presenta opere di architettura contemporanea di notevole interesse.

Procedendo verso est puntiamo su Hiroshima, da dove proseguiamo immediatamente per l’ isola di Miyajima, che ci accoglie con il famoso torii (ingresso del santuario scintoista), uno dei monumenti più fotografati del paese. La particolarità del luogo è che, per effetto delle maree, sia il santuario che il torii sono alternativamente sommersi e emersi e quindi, nell’ arco della stessa giornata, abbiamo avuto modo di osservarli in entrambe le situazioni.
L’ isola è il luogo ideale per sperimentare un albergo “japanese style” con tanto di cena servita su un tavolo bassissimo (necessario stare seduti con le gambe sotto il sedere); il letto consiste nel solo materasso ( futon) appoggiato direttamente sul tatami, il tradizionale pavimento realizzato con stuoia intrecciata, sul quale è obbligo camminare senza scarpe: esperienza interessante !!
Riattraversato il braccio di mare che separa l ‘ isola dal continente ci fermiamo a Hiroshima.
Le sensazioni provate leggendo la guida e poi soprattutto visitando i luoghi della memoria, il Peace Memorial Park, il Peace Memorial Museum, dove sono raccolti reperti e foto di quanto accaduto in quel tragico mattino del 6 agosto1945 quando scoppiò la prima bomba atomica della storia, sono qualcosa che non può essere descritto.
A mio parere il luogo più emozionante è comunque la Sala Commemorativa della Pace, un luogo magico, dedicato alla meditazione e al ricordo dove, giustamente, è proibito fotografare: è impossibile non pensare alle 150.000 persone che hanno perso la vita per quell’ evento !!
La visita di questa zona ha richiesto quasi l’ intera giornata ed è stata senz ‘altro il momento più toccante di tutto il viaggio.
Sfioriamo il parco delle Alpi Giapponesi toccando le città di Kanazawa e Takayama.
Kanazawa offre scorci dei vecchi quartieri delle geishe e dei samurai oltre a uno dei giardini più importanti del Giappone.
Takayama è una piccola città con un vecchio quartiere dalle tradizionali costruzioni di legno piene di fascino, che ospitano, tra l’ altro, alcune distillerie di sakè.
Takayama è inoltre base per una escursione giornaliera a Shirakawa-go, ricostruzione fedele di un villaggio di case in legno in stile gasso-zukuri con i caratteristici tetti di paglia.
Da Takayama il nostro fedele treno ci porta alla destinazione finale del viaggio: Tokyo.
La visita di questa città richiederebbe molti giorni ma noi, per ragioni di tempo, ci limitiamo a vedere alcune delle cose più importanti.
Alloggiamo in un mega albergo proprio davanti alla stazione Shinagawa, dove si ferma il nostro Shinkansen; la sistemazione è logisticamente ottimale perché questa stazione si trova anche sulla Yamanote line, una sorta di circonvallazione su rotaia, utilizzando la quale e in connessione anche con tutto il resto dell’ efficientissimo sistema di trasposto, i tempi di percorrenza per raggiungere qualsiasi punto della metropoli sono davvero ridotti al minimo.
Iniziamo la visita della città con una levataccia per poterci recare al mercato del pesce di Tsukiji, un’ esperienza da non perdere, con la sola avvertenza di stare attenti ai carrelli motorizzati che sfrecciano tra i banchi come fossero delle Ferrari.
Girovagando per la città, passiamo davanti al Budokan, tempio delle arti marziali, nella speranza di poter assistere almeno a qualche allenamento e la nostra speranza viene ampiamente appagata: è in corso un campionato di kendo per bambini ! Accolti con la consueta cortesia ( una ricorrente di tutto il viaggio, in verità ) ci muoviamo sul parquet e scattiamo foto a piacere.
Per spezzare il ritmo imposto da questa città in moto perpetuo, dedichiamo una giornata a Nikko e ai suoi numerosi santuari dorati e templi dai bei decori che spiccano in un paesaggio collinare ammantato di boschi. Nikko è Patrimonio dell ‘ Umanità.
Immergendoci di nuovo nel brulicante movimento della capitale, abbiamo modo di constatare che ogni quartiere si differenzia dall’ altro; spaziamo dal quartiere centrale dove ha sede il Palazzo Imperiale ( visitabile solo il giardino ), al quartiere di Ueno dall’ atmosfera dell’ antica Shitamachi, al quartiere di Shinjuku dove la più alta concentrazione di grattacieli della città ( tra cui il Tokyo Metropolitan Offices dalle cui terrazze panoramiche si gode una vista mozzafiato ) è abbinata a grandi magazzini di lusso e sfavillanti insegne al neon.

Tra gli altri quartieri abbiamo visitato:
– Akihabara, con la sua elettronica per tutti i gusti
– L’ isola di Odaiba, raggiungibile con una veloce monorotaia, da cui si godono magnifici scorci della baia diTokyo
– Omotesando, con i suoi negozi di lusso ( stilisti italiani naturalmente in testa )
– Harajuku, dove soprattutto nei fine settimana gruppi di giovani, prevalentemente ragazze, si ritrovano per sfoggiare abbigliamento e trucco decisamente originali e vistosi
– Shibuya, quartiere commerciale, sprizzante energia da tutti i pori, con uno degli incroci più famosi e frequentati del mondo
– e per finire…. Kabukicho, il famoso quartiere a luci rosse, peraltro molto discreto e tranquillo anche per una semplice passeggiata serale

Riassumere un viaggio in Giappone in poche righe è davvero difficile, tante sono le situazioni vissute e le emozioni provate in questo paese in cui tradizione e modernità viaggiano spesso a braccetto. E’ davvero un mondo tutto da esplorare che avrebbe richiesto molto più tempo di quanto abbiamo potuto dedicargli: un buon motivo per tornarci e allora…..
SAYONARA GIAPPONE !!!!!!!!!!!