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Giovanni Chianucci replica alle dichiarazioni del terzo polo

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Arezzo – Giovanni Chianucci, presidente dell’associazione culturale La Fortezza, replica alle dichiarazioni di Luigi Scatizzi, candidato sindaco del terzo polo.

“La differenza di stile nel comportamento dei vari responsabili politici appare sempre più evidente man mano che ci si avvicina alla data fatidica del 15 maggio.

L’affermazione degli esponenti del terzo polo, che tende a “legittimare” soltanto Fanfani, Sestini e Scatizzi come candidati che si presentano con chiarezza, bollando tutto il resto come pura e semplice rivalsa personale, dimostra cecità assoluta nell’interpretazione dei fatti. Sono proprio i loro partiti di appartenenza i veri responsabili di quanto avvenuto e stigmatizzato dall’opinione pubblica.
I cittadini che hanno sollecitato la nascita di liste civiche sono stufi delle promesse non mantenute e della mancanza di chiarezza dei partiti, capaci solo di scannarsi tra loro con accuse più o meno fondate, piuttosto che confrontarsi sulle soluzioni da dare ai gravi problemi del Paese e in particolare a quelli ancor più gravi della nostra Città.
E’ veramente paradossale che una persona come l’ingegner Lucherini venga tacciata di egoismo e ambizioni politiche, proprio lui che ha dimostrato, con i fatti e non a parole, l’amore e la dedizione per la Città durante il suo mandato e che oggi, con lo stesso entusiasmo, si mette a disposizione di chi ha a cuore Arezzo e gli aretini.
Dove erano gli attuali santoni pontificanti di essere gli unici possessori di saggezza amministrativa quando all’interno dei partiti si remava per abbattere la Giunta Lucherini?
Dove si sono nascosti i vertici dell’allora opposizione, ai quali fu richiesta collaborazione per sterilizzare una Commissione Assetto del Territorio preda esclusiva di portatori di interessi personali?
Oggi scaldano sedie in Parlamento, nella Giunta Comunale e nelle partecipate, accomunati dall’incompetenza e dal disinteresse totale nei confronti di una città sempre più destinata all’anonimato. Tutti sapevano della costruenda congiura di palazzo, ma tutti tacquero anziché difendere il Sindaco di tutti.
Come possono gli stessi rivendicare oggi di essere portatori di cristallina chiarezza?
La speranza è che gli aretini, sgombrato il campo da demagogia e populismo, facciano ricorso alla mente e al cuore per accendere la rinascita della Città, dando fiducia a chi ha ampiamente dimostrato di meritarla.
L’alternativa è che, in caso di ballottaggio tra gli esponenti di partito, si assisterà a un mercato delle vacche mai più visto dai tempi della gloriosa chianina”.