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Ictus, con Stroke Unit al San Donato cure mirate in tutta la provincia

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Ictus, con Stroke Unit al San Donato cure mirate in tutta la provincia

Arezzo – Essere colpiti da ictus, morire o sopravvivere con gravi handicap, condizionando l’esistenza propria e della famiglia. Un destino purtroppo ben noto a tante persone ed ancora molto diffuso nonostante i progressi della scienza medica.
Ad Arezzo, da quattro mesi, è in funzione la “Stroke Unit”, una struttura, ma soprattutto un modello organizzativo che ha permesso ad un imprenditore di 53 anni, padre di due figli, di scongiurare il pericolo di morte e di tornare a condurre una vita “quasi normale”. Una storia a lieto fine che nell’impegno dell’azienda sanitaria e dei suoi professionisti deve diventare una storia di tutti i giorni.

L'organizzazione aziendale per l'ictus
“Stroke” in inglese significa “colpo”, così come “colpo” è il significato del termine latino “ictus”. E’ di questa patologia che si occupa la ”Stroke Unit”, una sezione specialistica istituita all’interno della U.O. Neurologia del San Donato di Arezzo, ed affidata alla responsabilità del dr. Giovanni Linoli. Dedicata a pazienti colpiti da ictus, è dotata di 10 posti letto, di cui 4 di assistenza subintensiva, che in poco più di cento giorni ha prodotto risultati importanti.
L’attività di questa sezione non parte da zero, anche perché gli ictus sono sempre stati trattati, sia al San Donato che negli altri ospedali della provincia (con il Valdarno ben posizionato, grazie ad una area stroke dedicata). La copertura della popolazione della nostra Provincia è totale: in qualunque zona si trovi il soggetto colpito da ictus, grazie ad un percorso prestabilito adottato dal 118 e dalla Medicina d'urgenza, i medici valutano se esistono le condizioni entro 4 ore e mezzo dall'evento, per la somministrazione della terapia di fibrinolisi. In seguito, con la Stroke Unit si concentra l’attenzione su casi selezionati, attivando una catena di professionisti che intervengono secondo definiti percorsi assistenziali. Fortemente integrata nel circuito dell'emergenza (in collegamento con il 118 e con il Pronto Soccorso/Medicina d'Urgenza), la Stroke Unit è parte integrante dell'intensità di cure del Dipartimento Cardiovascolare e Neurologico, con la collaborazione della Medicina Interna e della Geriatria.

I dati regionali e locali
La Stroke Unit è una struttura “chiave” per la cura dell’ictus, malattia acuta che deriva dalla occlusione (ictus ischemico) o dalla rottura (ictus emorragico) di un’arteria cerebrale. Una patologia che colpisce in Toscana una persona ogni 45 minuti con 11.000 ricoveri all'anno (oltre mille gli aretini). Il 20% di queste persone muore, mentre un altro 30% riporta invalidità permanenti. “Una prevenzione basata su corretti stili di vita e su farmaci specifici – sottolinea Giovanni Linoli – riduce significativamente l’incidenza dell’ictus e delle recidive. Obiettivo della Regione Toscana è quello di estendere a tutti i cittadini le cure di eccellenza assicurate nelle Stroke Unit: il ricovero in queste strutture dedicate, infatti, riduce del 20% la mortalità e la disabilità grave rispetto al ricovero in un reparto ordinario”. In termini numerici significa per la Toscana 2.200 morti o disabili gravi in meno ogni anno.

Il team multi-professionale della Stroke Unit
“Nella struttura – sottolinea il responsabile Linoli – opera un team multi-professionale guidato da neurologi e costituito da infermieri, fisioterapisti, medici di diverse discipline; tra questi, i fisiatri (con i quali vengono condivisi, per ciascun paziente, i percorsi della riabilitazione ospedaliera successivi alla dimissione dalla Stroke Unit), i cardiologi, gli internisti, i radiologi, i neuroradiologi, i chirurghi vascolari, i nutrizionisti clinici. Il personale infermieristico, che opera nella struttura è specificamente addestrato ed esperto nella assistenza al paziente con stroke”.

Un caso esemplare
Un ictus ha colpito un aretino di 53 anni, imprenditore, due figli, sino ad allora in apparente buona salute, sportivo: improvvisamente ha manifestato disturbo del linguaggio ed emiparesi destra. E’ stata la moglie ad accorgersi di questa sua condizione ed a chiamare il 118. L’uomo è stato trasportato al Pronto Soccorso di Arezzo nei tempi utili (entro quattro ore e mezzo dall’esordio dei sintomi) e lì sottoposto a fibrinolisi (somministrazione endovenosa di un farmaco in grado di dissolvere un coagulo ematico, attività nella quale ad esempio il Valdarno vanta una lunga ed importante esperienza). Dal trattamento è derivato subito un miglioramento significativo dei deficit neurologici.
Dopo 48 ore trascorse in Medicina d’Urgenza, è stato trasferito nella Stroke Unit dove si è proceduto alla sistematica ricerca delle cause dell'ictus.
“Ma – racconta il dr. Linoli – né uno studio del circolo arterioso cerebrale, né della coagulazione ematica, né ripetute valutazioni cardiologiche cliniche e strumentali (ecocardiogramma) hanno consentito l'identificazione dei fattori causali dell'evento vascolare. In queste condizioni il caso sarebbe stato etichettato come “ictus criptogenetico”, cioè da causa ignota. Ma nella struttura si decise di non mollare e il paziente fu sottoposto ad un elettrocardiogramma dinamico (Holter), registrando un episodio di fibrillazione atriale con decorso asintomatico, durato 2 ore e 16 minuti. Identificato il disturbo del ritmo cardiaco quale causa dello stroke, è stata attuata terapia anticoagulante, indicata in questi casi, per la quale il paziente continua ad essere monitorato presso l’ambulatorio TAO del San Donato. Il caso veniva quindi affidato ai cardiologi, che istituivano una appropriata terapia farmacologica. Durante la degenza in Stroke Unit è stata attivata la riabilitazione del linguaggio, proseguita dopo la dimissione, che ha prodotto un ulteriore miglioramento clinico. Oggi il paziente sta bene, è tornato al lavoro e conduce una vita di buona qualità.