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Il 2010 del terziario aretino secondo Confcommercio

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Il 2010 del terziario aretino secondo Confcommercio

Arezzo – Con 766 nuove adesioni registrate nel corso dell’anno, a fronte di 437 cessazioni per chiusura attività, la Confcommercio della provincia di Arezzo ha chiuso il 2010 con un bilancio positivo di +329 associati, confermandosi ancora una volta leader della rappresentatività tra le organizzazioni di categoria a livello provinciale e prima Ascom in Italia per tasso di crescita. È passata infatti dai 3.300 soci del 1993, l’anno di inizio dell’era Marinoni, agli oltre 8.600 di oggi (8.624), con un incremento del +160% in poco più di quindici anni.

La voglia di associazionismo cresce soprattutto nei settori legati a ristorazione, turismo e tempo libero. Ovvero, fra locali da ballo e pubblici esercizi (bar e ristoranti), che nel complesso hanno fatto registrare alla Confcommercio un +5% di adesioni; poi fra le strutture ricettive, tra le quali aumentano di oltre il 10% le attività extralberghiere, infine tra le agenzie di viaggio (+2%). Ma aumentano anche fra le professioni di servizio, come gli agenti immobiliari (+4% di adesioni rispetto al 2009), gli agenti di commercio, gli assicuratori e i promotori finanziari. Bene anche il comparto dell’informatica (+4%) e, quasi a sorpresa vista la crisi che attanaglia il settore, il commercio al dettaglio di oro (+6%), a fronte di un leggero decremento tra i grossisti (-0,5%).

Nell’ordine del +2,5% di aumento anche gli associati dei settori arredamento e commercio ambulante. Ma la Palma d’oro delle performance va senz’altro alle adesioni tra gli imprenditori stranieri (+13%), un bacino di utenza trasversale a diversi comparti. Merito dell’attenzione che l’organizzazione di categoria, attraverso uno specifico sindacato, ha dedicato alla gestione dei servizi per le imprese di immigrati, allo scopo di valorizzarle, promuoverne la legalità e costruire una rete sinergica con l’imprenditoria italiana.

Tra i comparti in sofferenza, le rivendite di materiali edili, forniture elettriche, tv ed elettrodomestici (-5%), poi abbigliamento e calzature (-2,6%). Settori dove la scure della crisi ha colpito duro e, sommata in qualche caso alla concorrenza della grande distribuzione, ha costretto alcuni negozi a chiudere i battenti. Restano stabili e salde le adesioni tra gli operatori delle cartolibrerie, profumerie e distributori di carburante.

Nel complesso, la Confcommercio aretina conferma un’altissima rappresentatività tra le aziende del terziario, pari in certi settori (come le strutture alberghiere) ad oltre il 90%. Vale a dire, che su dieci imprese che aderiscono ad una organizzazione sindacale si rappresentanza, nove lo fanno scegliendo Confcommercio.

“I dati confermano quanto sia cresciuta la voglia di associazionismo tra le imprese locali – commenta il direttore della Confcommercio aretina Franco Marinoni – per questo continuiamo ad esprimere numeri positivi in un anno che non è stato affatto facile per il terziario. È in momenti come questo che gli operatori sentono il bisogno di avere una rete di assistenza e protezione che li aiuti ad affrontare le sfide del mercato. È quanto Confcommercio cerca di fare ogni giorno, offrendo le risposte che servono”.

Formazione, credito e assistenza sindacale le punte di diamante dell’organizzazione di via XXV Aprile, che conta sulla presenza di undici delegazioni territoriali dislocate nelle quattro vallate, oltre alla sede del capoluogo.

LE RAGIONI DEL SUCCESSO
Cresce la richiesta di formazione (337 corsi, più del doppio rispetto a qualche anno fa) e di finanziamenti (oltre 340 milioni di euro di affidamenti garantiti, con un livello di sofferenze appena superiore a quello del 2009). Ma arrivano nuovi compiti a sostegno del terziario: erogazione di Cigs in deroga per salvare i posti di lavoro nelle imprese di commercio e turismo in crisi e la conciliazione nelle vertenze sindacali
Formazione, credito e assistenza sindacale restano le punte di diamante dell’organizzazione di via XXV Aprile, che conta sulla presenza di undici delegazioni territoriali dislocate nelle quattro vallate, oltre alla sede del capoluogo.

IL CREDITO
La stretta creditizia, ancora in atto nel 2010, unita agli effetti della contrazione dei consumi e al calo dei valori immobiliari ha continuato a rivelare la debolezza di molte imprese aretine, poco patrimonializzate e dunque più esposte alle intemperie finanziarie.

In questo contesto, il Centro Fidi (l’organismo creditizio creato nel 2005 dal sistema Confcommercio, che unisce i consorzi fidi di 14 Ascom provinciali e le banche più rappresentative dell’Italia centrale) ha consolidato e sviluppato la propria attività registrando un aumento di oltre il 20% rispetto al 2009 nei volumi di affidamenti garantiti in provincia di Arezzo, per un totale di oltre 340 milioni di euro dei quali stanno beneficiando più di cinquemila imprese, con un livello di sofferenze molto basso (intorno all’1,7%) sebbene leggermente in rialzo (+0, 2%) rispetto al 2009.

Il direttore della Confcommercio Franco Marinoni, che in Centro Fidi ricopre il ruolo di amministratore delegato, spiega il segreto dei grandi risultati ottenuti. “siamo arrivati preparati all’entrata in vigore degli accordi di Basilea 2, scattati il 1° gennaio 2010. Già nel 2007 infatti siamo riusciti ad ottenere, prima fra le strutture creditizie a livello nazionale, l’iscrizione all’elenco delle vigilate da Banca Italia. Ovvero, le uniche in grado di fornire alle banche garanzie a prima richiesta, anziché sussidiarie, come richiesto da Basilea 2. Questo ovviamente ci ha consentito di continuare ad erogare credito alle imprese”.

“A questo vantaggio, se ne sono aggiunti altri nel 2010: abbiamo esteso la nostra operatività praticamente a tutte le banche del territorio, garantendoci una diffusione capillare, ma soprattutto siamo diventati ente certificatore di Mediocredito centrale. Questo significa che gli imprenditori che si presentano in banca con le nostre credenziali hanno una corsia preferenziale: grazie alla copertura assicurativa di Mediocredito l’impegno patrimoniale delle banche nella parte garantita da Centro Fidi è praticamente nullo. E le chance di avere credito aumentano anche per gli operatori più deboli”.

E a proposito di soggetti deboli, è andata bene “l’operazione fiducia” nei confronti dei neo imprenditori: “Centro Fidi ha aperto una linea di credito pensata appositamente per chi è all’inizio e non ha garanzie da dare. Si parla di finanziamenti per un massimo di 100mila euro, con garanzia al 50%, che si sono rivelati comunque importanti per avviare l’impresa e muovere i primi passi. È importante continuare a scommettere su belle idee imprenditoriali e su persone motivate che si meritano di provarci”.

LA FORMAZIONE
“La nostra Agenzia Formativa diretta da Stefano Orlandi – spiega Marinoni – nel 2010 ha erogato 337 corsi (+140% rispetto al 2003) per un totale di 13.498 ore di lezione e 4.785 allievi formati. Una attività intensa che le ha permesso di ottenere ancora una volta, per il sesto anno consecutivo, la certificazione di qualità UNI EN ISO 9001:2000, oltre all’accreditamento presso la Regione Toscana”.

Le aree di specializzazione più richieste continuano ad essere quelle tecniche, con i corsi per alimentaristi (98) o sulla sicurezza (64), e quelle professionalizzanti (86), ovvero che aiutano a svolgere il proprio mestiere e vanno dalle tecniche di vendita per commessi ai corsi di addobbo floreale per i fioristi. Seguono, molto a distanza, gli altri tipi di corsi, come quelli manageriali (30). “Informatica e lingue straniere sono al palo da qualche anno, così come i seminari sulla gestione aziendale. Peccato, perché ancora mancano diverse competenze in queste aree. Un esempio: il computer ormai è in tutte le aziende, ma ancora in troppi lo usano come una macchina da scrivere, senza conoscere quelle funzioni avanzate che aiuterebbero a gestire il lavoro”.

Un discorso a parte merita l’Accademia del Gusto, la scuola per la ristorazione che Confcommercio ha inaugurato nel 2003 in via dei Cappuccini, all’interno del parco di Villa Occhini. “L’attività dell’Accademia prosegue a pieno ritmo. Vanno benissimo i seminari per gli addetti ai lavori e i minicorsi per gli appassionati di cucina, che insieme a veri cuochi imparano alcuni trucchi per stupire gli ospiti in casa. Ma grandi soddisfazioni ci vengono anche dai corsi destinati a giovani o disoccupati per formarli alla professione di cuoco: sono percorsi lunghi, addirittura 900 ore, e il 70% degli allievi riesce a trovare una collocazione addirittura già nel periodo di stage. Abbiamo esempi fortunati di ragazzi che ce l‘hanno fatta e adesso lavorano in grandi ristoranti in tutta Italia. La migliore prova di come la formazione, se ben fatta, riesca davvero ad aprire le porte del mercato del lavoro”.

I NUOVI SERVIZI:
Cigs in deroga per sostenere le imprese in difficolta’ e conciliazione nelle vertenze sindacali

Grazie ad alcune novità legislative e all’accordo con i sindacati dei lavoratori, Confcommercio ha assunto negli ultimi dodici mesi un ruolo ancora più determinante nel sostegno al terziario aretino.

Per esempio, grazie all’apertura alle imprese di commercio e turismo con meno di 50 dipendenti dei finanziamenti previsti per la cassa integrazione, fissata nel 2009, Confcommercio in unione con le single sindacali del comparto segue le pratiche necessarie per l’erogazione dei soldi stanziati dalla Regione Toscana per le imprese in crisi. Un servizio che aiuta a non perdere posti di lavoro. “Nel 2010 abbiamo perfezionato 105 pratiche di Cassa Integrazione Guadagni straordinaria in deroga – dice il direttore Franco Marinoni – per aiutare oltre trenta imprese di commercio e turismo a superare un momento di difficoltà mantenendo lo stesso livello di occupazione. Ne hanno beneficiato circa 250 lavoratori, che alla scadenza del periodo di CIGS potranno rientrare in azienda”.

L’associazione di via XXV Aprile è poi impegnata, sempre in accordo con i sindacati dei lavoratori, sul versante della conciliazione nelle vertenze fra dipendenti e imprese. Grazie al decreto legislativo 31 marzo 1998 n. 80, infatti, può istituire una commissione di conciliazione extragiudiziale che ha lo stesso valore di quella istituita presso la Direzione provinciale del lavoro. “Ma con diversi vantaggi in più per le aziende e per i lavoratori: i tempi di risposta sono molto più rapidi – sottolinea Marinoni – e si arriva sempre ad una ricomposizione delle parti meno conflittuale del solito, con reciproca soddisfazione. Nel 2010 le pratiche di conciliazione seguite e portate a buon fine dalla nostra commissione sono state 69. Non è mai successo che si arrivasse ad un mancato accordo. Merito anche del buon rapporto con i rappresentanti sindacali e del clima più pacato che si respira in sede di conciliazione”.