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Le truppe di Gheddafi attaccano Misurata

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Tripoli, 16 mar. (Adnkronos/Aki) – Le brigate libiche guidate da Khamis Gheddafi, figlio del colonnello Muammar, sono entrate questa mattina a Misurata. Secondo quanto riferisce la tv satellitare 'al-Arabiya', la brigata è composta da circa 40 carri armati che sono già nella periferia meridionale e occidentale della città. Da parte loro i ribelli libici, tramite 'al-Jazeera'm, fanno sapere di avere ''ancora il controllo di diversi quartieri della città di Ajdabiya e siamo in grado di resistere all'avanzata delle truppe''.
Gli insorti sostengono di essere in diverse zone della città della Cirenaica, dove ieri sono entrate le truppe di Gheddafi, e hanno diffuso un video girato questa notte in cui si vedono carri armati distrutti durante la battaglia contro le brigate del regime. Sempre i ribelli commentano duramente le esitazioni sulla no-fly zone: ''Credo che sia una vergogna la posizione da codardi assunta dal mondo occidentale, soprattutto gli Stati Uniti, che si propongono come difensori della democrazia e dei diritti umani''.
E' il duro commento di Ali Tarhouni, esponente degli insorti e membro della commissione Economia e petrolio del Consiglio provinciale costituito nell'est del Paese. Affermando che il popolo libico si ricorderà di chi si è dimostrato amico, in un'intervista a 'Voice of America' Tarhouni ha precisato: ''Non chiediamo molto, solo la creazione di una no-fly zone''. L'atteggiamento del presidente Usa Barack Obama, a suo giudizio, è in ''netto contrasto'' con quanto affermò nel 2009, in uno storico discorso ai musulmani pronunciato al Cairo. ''Obama fece un appello per la democrazia e la libertà e ora il minimo che possa fare è appoggiare la no-fly zone – ha detto – il sangue del popolo libico non è a poco prezzo, a noi costa caro versarlo''.
Per Tarhouni, le sanzioni imposte al colonnello non saranno sufficienti a fermarlo. ''Non capisco cosa intendano per sanzioni, Gheddafi ha i suoi aerei che bombardano città a 50 o 100 km da qui – ha affermato – come tutta la popolazione libica'' e ''credetemi, non abbiamo paura di Gheddafi e delle sue forze – ha concluso l'oppositore – Sappiamo che cadrà, è questione di ore, giorni o forse mesi. Ma il problema è quante vite porterà via con sé''. Intanto a Bengasi la tv di Stato trasmette un messaggio alla popolazione della città considerata la capitale della rivolta contro il regime libico: "Cittadini, non temete, non ci sarà alcuna vendetta contro la popolazione civile''. "Amati abitanti di Bengasi – si legge – le vostre forze armate hanno risposto al vostro ripetuto appello di ripulire la città dalle bande di terroristi che portano la corruzione nella vostra zona, in modo che Bengasi possa ritornare allo splendore di un tempo. Vi garantiamo che opereremo nel vostro interesse e non ci sarà alcuna vendetta".

Articlolo scritto da: Adnkronos