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Marco Malvadi ospite del Giardino delle Idee

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Arezzo – Assegnista di ricerca presso il Dipartimento di Chimica Bioorganica dell'Università di Pisa, con “La briscola a cinque”, il suo esordio per Sellerio, Marco Malvaldi si è fatto notare.

Al secondo giallo, “Il gioco delle tre carte” si è confermato autore dalla prosa cristallina, leggera da assorbire eppure ricca di spunti, intrigante.

Al terzo romanzo “Il re dei giochi” è arrivato il grande successo e la conferma che al lettore, visti i consensi unanimi, la prosa di Marco Malvaldi piace davvero.

Con il suo nuovo libro “Odore di chiuso” uscito nel gennaio 2011 si conferma uno degli astri nascenti nel panorama letterario italiano.

Un piccolo Andrea Camilleri in Toscana, in un microcosmo dove i fatti vengono dopo le persone, dove i tremendi vecchi che si aggirano attorno al BarLume formano un ecosistema irresistibile che vive di vita propria.

Nella consueta cornice dell’Auditorium del Museo d’Arte Medioevale e Moderna di Arezzo in via San Lorentino, 8 (INFO: 0575 409050) Marco Malvaldi sarà ospite sabato 26 marzo 2011 alle ore 17.00 de “Il Giardino delle Idee”, la fortunata rassegna letteraria promossa dall’associazione La Fabbrica delle Idee con il patrocinio di Provincia di Arezzo e Camera di Commercio, la collaborazione della Soprintendenza ai Beni Architettonici e Paesaggistici di Arezzo e il contributo di Coingas SpA.

Marco Malvaldi conclude la programmazione di marzo de “Il Giardino delle Idee” con un terzo appuntamento interamente dedicato alla narrativa con la presentazione del Suo ultimo libro, “Odore di chiuso” (Sellerio editore) ai vertici di tutte le classifiche italiane (Corriere della Sera, IBS.it).

Votato dagli ascoltatori di Radio 3 RAI, il nuovo romanzo di Marco Malvaldi è stato il libro del mese di febbraio di Fahrenheit: 198 pagine da leggere tutte di seguito, con un piacere e un gusto insoliti.

Personaggi e ambientazione inusuali: un castello nella Maremma toscana, anno 1895, età Crispina, e uno strano caso di concentrazione di eventi.

Il celebre gastronomo Pellegrino Artusi, in cilindro e finanziera, giunge ospite del barone Romualdo di Roccapendente per trascorrere qualche giorno al castello, insieme ad un fotografo fiorentino, il Ciceri, che ha l’incarico di immortalare la famiglia con il nuovo mezzo di riproduzione.

La padrona di casa è la vecchia baronessa madre, che dalla sedia a rotelle continua ad imporre la sua autorità.

Gli eredi sono i giovani figli del barone, molto diversi tra loro: Lapo un debosciato nullafacente, Gaddo poeta e sognatore, ammiratore di Giosuè Carducci, illustre vicino di casa, e Cecilia, prigioniera di un ruolo che le è stretto e vorrebbe studiare per crearsi una vita autonoma.

Poi c’è la servitù, cuoca, cameriera, maggiordomo, fattore. E proprio Teodoro, il cameriere al servizio del barone, viene trovato ucciso, avvelenato in cantina.

Da qui parte il giallo, la detective story di cui Pellegrino Artusi con il suo gusto per spezie, sapori, odori si rende il vero protagonista.

C’è in questo piccolo romanzo storia, sociologia, femminismo, scienza, politica, conflitti sociali, poesia, gastronomia, ma soprattutto leggerezza, ironia, cultura.

Il linguaggio usato, dialetto toscano alternato ad un italiano raffinato, le diverse voci, il razzismo sociale della vecchia baronessa, la saggezza paesana della cuoca, la combattività della giovane Cecilia, le rodomontate del ragazzo Lapo, l’improvvisa comparsa surreale di Carducci, le cugine zitelle che in una famiglia nobile non mancano.

Insomma "Odore di chiuso" è un romanzo da leggere tutto di un fiato e pieno di sostanza.

La presenza di Artusi è una vera novità del libro e vale la pena di citare la descrizione che il personaggio fa del suo libro di ricette:

“Un libro di cucina dovrebbe essere comprensibile a tutti, perché tutti noi mangiamo e abbiamo diritto di mangiar roba buona e cucinata bene; dovrebbe essere scritto in italiano, perché siamo italiani, e non in quel gergo francioso che viene inteso solo nelle regioni nordiche”.

Alla fine, il romanzo di Marco Malvaldi è un libro che si colloca a buona ragione tra le novità letterarie che celebrano, con buon gusto, l’Unità d’Italia.

L’autore si è saputo inoltrare bene, e con dovizia di particolari, nel tunnel del giallo più classico, realizzando un progetto che aveva in serbo da tempo, ovvero quello di scrivere un “crime novel” tradizionale.

Qualcosa sulle orme di Sherlock Holmes, il famoso investigatore nato dalla penna di Sir Arthur Conan Doyle, appartenente al genere letterario del giallo deduttivo, per essere ancora più precisi.

Con stile alto e linguaggio chiaro, garbato e forbito, “Odore di chiuso” esplora le sottigliezze dell’animo umano con evidente attenzione alla ragione oltre che ai sentimenti.