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Un 2010 di commercio, servizi e turismo in provincia di Arezzo

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Arezzo – COMMERCIO Le dinamiche dell’occupazione in provincia di Arezzo, con la perdita di posti di lavoro nei settori produttivi e la crescita del ricorso alla cassa integrazione, hanno complicato il quadro 2010 dei consumi in provincia di Arezzo.

Sebbene infatti la maggior parte delle famiglie aretine abbia ancora risorse per mantenere inalterati i livelli e la qualità dei consumi, l’incertezza del futuro le spinge in molti casi ad aumentare la propensione al risparmio. Una tendenza che si riflette in alcuni settori più che in altri: il commercio alimentare, ad esempio, dove a crescere è soprattutto la grande distribuzione (ma nel volume di venduto più che nel volume di affari) a discapito dei negozi tradizionali, ai quali si ricorre di più solo in occasioni particolari per la ricerca di prodotti di qualità (v. vendite prenatalizie).

La prudenza si riflette anche nel commercio non alimentare. Le performance migliori, in costante aumento, sono quelle per i servizi e i beni per le comunicazioni e l’ICT domestico (informatica, telefonia, prodotti tecnologici vari). In crescita anche le spese per lotterie, concorsi e affini, le uniche a registrare segno positivo fra i beni e servizi ricreativi. Bene anche i consumi per la salute e il benessere. In leggera ripresa da ottobre-novembre il comparto moda, sebbene solo nel confronto con il 2009, già anno di profonda crisi.

A registrare le performance peggiori sono beni e servizi per la mobilità, beni di lusso (ex gioielli), casalinghi ed accessori. Un settore, quest’ultimo, che insieme all’arredamento in genere riprende slancio nei primi mesi dell’anno, quando si assiste ad un recupero nelle vendite di mobili, elettrodomestici e Tv.

TURISMO
Per il turismo, il 2010 è stato un anno di leggera rimonta rispetto ai pessimi risultati di 2008 e 2009. Ma è una rimonta che riguarda soprattutto Cortona e, in tono minore, il capoluogo e comunque non basta ancora a risalire la china tornando alle performance del 2007, l’ultimo anno prima della grande crisi di arrivi e presenze. Non è solo quindi l’aumento della competizione, con un numero crescente di posti letto nel settore extralberghiero, ma anche il calo dei flussi turistici in arrivo, a mettere in crisi le aziende del comparto.
La chiusura del 2010 è stata abbastanza positiva, grazie ai buoni risultati del Capodanno, ma il 2011 si prospetta come un anno assai difficile per gli operatori, che chiedono alla politica e alle amministrazioni di fare una riflessione urgente, comune e condivisa, sull’organizzazione del prodotto turistico e sulle strategie da adottare per far sì che il turismo diventi fonte di reddito per il territorio. La riflessione si rende ancora più urgente dopo la chiusura dell’Apt di Arezzo, prima Apt in Toscana ad applicare alla lettera le nuove disposizioni della Giunta regionale Rossi. Un po’ di amarezza viene poi dalla constatazione che il 2011 come anno vasariano sarà un’occasione persa, dal momento che non ci sono grandi eventi in vista e, se anche arrivassero, sarebbero troppo in ritardo per intercettare flussi turistici importanti.

PUBBLICI ESERCIZI
Bar e ristoranti hanno continuato a registrare nel 2010 un exploit nel numero di nuove imprese aperte. Una performance positiva che, però, rivela una debolezza strutturale del comparto, diventato negli ultimi anni una sorta di “refugium peccatorum” di lavoratori (ex dipendenti o imprenditori) fuoriusciti da altri settori economici in difficoltà. Molte delle nuove imprese si rivelano dunque fragili, poco strutturate, inadeguate a soddisfare il livello medio dell’utenza e con un turn over molto elevato. La loro presenza, però, per quanto effimera, basta a danneggiare la redditività di esercizi storici, presenti sul territorio da tempo e ormai consolidati, a causa della competizione agita quasi esclusivamente a livello di prezzi. Da qui, la battaglia di Confcommercio che, attraverso formazione e attività sindacale, si pone l’obiettivo di elevare e tutelare la professionalità degli operatori.
In questo contesto già piuttosto compromesso dalla competizione con le nuove imprese, i pubblici esercizi consolidati accusano di più il colpo della crescente concorrenza (spesso sleale) di soggetti atipici quali circoli privati, sagre e altre manifestazioni temporanee, ai quali il cliente si rivolge nell’illusoria speranza di risparmiare denaro e trovare ‘tipicità’.
Salva il comparto dei pubblici esercizi la moderna propensione al consumo di pasti fuori casa, che resta alta anche nell’aretino visti i nuovi ritmi di vita e di lavoro a cui molte persone sono sottoposte. Anche se, a differenza che in altre province, in quella di Arezzo si continua a privilegiare la scelta di menù a costi contenuti e, soprattutto, a base di cibi sani e di qualità. Forse per questo gli operatori aretini hanno aderito più dei colleghi di altre province toscane al progetto regionale “Pranzo sano fuori casa”, che ha l’obiettivo di mettere a disposizione dei clienti pietanze, dal semplice panino al primo piatto, a basso contenuto di grassi e calorie. Un atteggiamento che rivela da parte di molti pubblici esercizi aretini grande professionalità e attenzione ai nuovi stili di consumo.

SERVIZI
Nel comparto dei servizi, restano stabili le agenzie immobiliari e le assicurazioni. In leggera sofferenza invece le imprese di Information&Communication Technology, penalizzate non solo dalla mancanza di una politica nazionale di incentivi che promuova gli investimenti delle aziende in questo settore, ma anche dalla carenza di infrastrutture adeguate a livello locale nonché dalla sensibilità ancora poco accentuata degli imprenditori aretini verso l’innovazione.
Va meglio per le attività di servizio legate ad ambiente e fonti energetiche alternative. Un comparto che ha visto nascere diverse nuove imprese, spesso guidate da imprenditori “under 40”. Bene anche per le imprese che si occupano di supportare le aziende nell’adeguamento alle nuove normative in materia di sicurezza sui luoghi di lavoro, igiene e controllo degli alimenti, acquisizione di marchi e certificazioni. In questo campo, la crescente mole di adempimenti normativi a cui le imprese devono sottoporsi ha spinto in alto la domanda di consulenze professionali adeguate.
È comunque il settore dei servizi alla persona a riscuotere il successo maggiore, confermando anche in provincia di Arezzo il processo di costruzione di un sistema di Welfare misto, sebbene con forti accenti privati. Le imprese di servizi alla persona non dovrebbero risultare penalizzate nel 2011 dai tagli effettuati dalle Amministrazioni pubbliche; a risultare aggravati sarebbero però i bilanci di molte famiglie, dal momento che i servizi di assistenza a bambini, malati e anziani sono ormai considerati irrinunciabili.