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Forestale: risposta a lettera aperta del Coord Italiano Motociclisti

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Forestale: risposta a lettera aperta del Coord Italiano Motociclisti

Si fa riferimento al documento del 3 ottobre 2012 diramato dal Coordinamento Italiano Motociclisti, riguardante la campagna di controlli stradali denominata “Defend Life” condotta dal Corpo Forestale dello Stato, del quale è stata data notizia di recente da alcune testate locali. Secondo la “lettera aperta” del coordinamento dei motociclisti tutta l’attività intrapresa dal Corpo Forestale dello Stato in tema di sicurezza del transito sui passi montani viene svilita a mera azione persecutoria e vessatoria della categoria dei motociclisti, in virtù di una “voce” raccolta, voce che sarebbe stata altresì “percepita” da operatori economici e della ristorazione di località turistiche montane. A sostegno di questa tesi viene rappresentato nel documento un presunto metodo di controllo “a trabocchetto”, che sarebbe architettato e messo in atto per indurre i motociclisti a violare le regole del Codice per poi penalizzarli con sanzioni e ritiri di patente. Tutto questo, ad ipotesi del segnalante, al fine di elevare un gran numero di verbali e dare corso ad una sorta di pianificata discriminazione della categoria. In virtù di un presupposto dato per “sentito dire” e del quale è chiesta inizialmente conferma, il documento conclude tuttavia con una affrettata demolizione della campagna, e della credibilità stessa delle istituzioni, come se davvero possa essere metodo del Corpo Forestale dello Stato di spingere intenzionalmente centinaia di persone a commettere delle infrazioni. Ebbene l’ipotesi riportata dalla segnalazione non solo non è vera, e già questo smonta ogni successiva argomentazione, ma pare ben più grave e tendenziosa, visto quanto viene fatto intendere. Per questo motivo il Comando Provinciale ha segnalato il caso alla Procura della Repubblica di Arezzo a tutela dell’onorabilità e del buon nome del Corpo Forestale dello Stato e del personale dipendente coinvolto nei servizi della campagna di sicurezza Defend Life.
Il protocollo di servizio Defend Life è stato attivato inizialmente da questo Comando Provinciale ed interessa oggi la viabilità dei passi appenninici della provincia di Arezzo e nell’Appennino tosco-emiliano-romagnolo ed umbro-marchigiano. Il programma procede con l’intervento del Nucleo Operativo Speciale di Arezzo in integrazione alle strutture di zona del CFS via via interessate, talvolta col concorso di altre forze di polizia, statali o locali, secondo gli accordi definiti in sede di coordinamento delle FFPP dell’area interessata. Per chiarire la situazione, si dà atto che un modulo operativo di controllo adottato dal nostro personale prevede effettivamente l’impiego di auto civetta (mezzi di servizio non riconoscibili), con operatori che effettuano riprese filmate delle condotte di guida irregolari di chi percorre la strada, procedendo al limite di velocità consentito ed in sicurezza rispetto all’andamento del tratto stradale interessato. E’ credibile che alcuni conducenti che si accodano all’auto civetta considerino molto bassa la velocità a cui questa procede, viste le rilevazioni che, non dall’auto, ma da postazioni tele-laser regolamentari a volte attivate nei dispositivi complementari di controllo, è capitato di accertare a motociclisti in transito. A parte i casi limite, con punte fino ad oltre 180 Km/h di velocità, non è purtroppo affatto raro l’accertamento di velocità ben superiori alla tolleranza che, sistematicamente, viene considerata dai nostri operatori nelle contestazioni degli eccessi rispetto ai limiti consentiti. Va considerato comunque che il limite di velocità non è l'unico parametro cui riferire i controlli a garanzia della sicurezza del transito su qualche tratto stradale, dato infatti che il Codice della Strada afferma in via prioritaria il principio della guida in condizioni di sicurezza. E’ così che il Codice, oltre al caso dell’eccesso di velocità, sanziona anche le condotte cosiddette di “guida pericolosa”, che possono prescindere dal rispetto di un limite, di chi conduca un mezzo mettendo a repentaglio l’incolumità propria e degli altri. Per intendersi, si può essere pericolosi anche indipendentemente dalla velocità che si mantiene, ad esempio se si va contromano, si sorpassa in curva o mentre sopraggiungono mezzi in senso contrario.
Chiarito comunque che è assurdo e quanto meno diffamatorio sostenere che operatori di polizia possano essere impiegati in campagne sistematiche di “imboscata” ai cittadini, come il documento del Coordinamento Motociclisti fa intendere, preme ricordare ancora una volta quel’è il vero ed unico intento della campagna Defend Life. Il nostro impegno è e resta quello della sicurezza della circolazione sulle strade di montagna, cioè a dire nelle realtà dove il Corpo Forestale dello Stato esercita i propri compiti di polizia per la sicurezza comune e del territorio. Vorremmo che i portavoce degli utenti di queste strade riflettessero prima di muovere campagne poco informate e denigratorie. Riteniamo inoltre fuorviante contrapporre un servizio di sicurezza ad un interesse economico che risulterebbe compromesso. A prescindere dal fatto che la vita umana vale comunque sempre più dei panini venduti sui passi, se questo fosse mai un metro di valutazione, nessun programma di servizio è inteso a criminalizzare o perseguitare chicchessia, o allontanare alcun visitatore da aree che meritano senz’altro di essere frequentate per gli aspetti naturalistici, storici e culturali che manifestano. Contrariamente alle conclusioni espresse dal coordinamento dei motociclisti, si ha vanto di affermare che la campagna Defend Life sta dando risultati tangibili e concreti, fino all’azzeramento di incidenti nelle strade soggette a controllo, concorrendo efficacemente all’obbiettivo del servizio che ci siamo posti rispetto a questa grave criticità. Criticità tra l’altro che, in tutto il corpo della segnalazione, il Coordinamento stesso non ha ritenuto neppure il caso di menzionare. I trasgressori ad ogni buon conto sono una netta minoranza dei motociclisti controllati e speriamo che questi utenti, sapendo dei controlli, migliorino sempre di più i propri stili di guida ed evitino anche di predisporsi all’irregolarità laddove, altrettanto pericolosamente, modificano arbitrariamente i propri mezzi. Queste pratiche rappresentano anch’esse una casistica significativa di verbalizzazioni, parallelamente alle condotte di guida pericolose, riscontrate grazie ad un’accresciuta capacità del nostro personale di “leggere” le carte di circolazione e di omologazione, a seguito della formazione appositamente ricevuta.
In ogni caso ed a scanso di ulteriori ed inutili polemiche, si fa comunque presente che i filmati realizzati dal personale che svolge i controlli su strada che documentano le irregolarità accertate, sono visionabili presso il nostro Comando Provinciale non solo dai trasgressori, come già avviene, ma, nel rispetto della privacy e della riservatezza di eventuali atti di polizia giudiziaria, anche da eventuali altri interessati, così da permettere cognizione diretta dei fatti reali e di cosa si sta parlando davvero, piuttosto che affidarsi a voci, sentite o percepite che siano.