Quarantasei donne uccise dall’inizio dell’anno. Gli autori: partner 70 %, conoscenti 17 %, estranei 6 %. Le donne fra i 16 e i 70 anni vittime di violenza fisica o sessuale nel corso della loro vita: 6 milioni 743 mila. Le vittime e i loro aggressori appartengono a tutte le classi sociali o culturali, a tutti i ceti economici. Sono dati molto gravi che non potevano lasciare indifferenti un’associazione di donne.
Le Donne di carta vogliono dare, a loro modo, un contributo per dire “stop” a questa violenza: nelle piazze, nelle librerie, nelle scuole… con il potere, la forza e la bellezza delle parole. Ad Arezzo, appuntamento giovedì 12 aprile alla libreria Feltrinelli Point di Via Cavour alle 21.
Il potere delle parole è il potere di dire ma anche di trasformare. Trasformare la realtà, un’esigenza che si pone con forza specie quando è drammatica come nel caso del femminicidio, un affare che sottintende la mancanza totale della cultura del rispetto e delle relazioni affettive e sociali. È, dunque, questione di leggi e pene precise ma soprattutto culturale, di educazione e di informazione.
Le Donne di carta hanno avuto un riconoscimento del loro ruolo incisivo, domenica su “la Repubblica” quando a pagina 45 è apparso un articolo della scrittrice Michela Murgia che ha colto perfettamente la valenza dell’imparare i libri a memoria e ripeterli ad alta voce al pubblico, come succederà giovedì alla Feltrinelli, “costringendo l’arroganza elitaria della scrittura a farsi di nuovo voce e tornare per strada”. Il sentirle proprio ad Arezzo alcuni anni fa, ai loro esordi, ha cambiato alla Murgia la vita stessa. Letteraria s’intende, o forse non solo.