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Sei scuole aretine a Firenze per la giornata della memoria

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Sei scuole aretine a Firenze per la giornata della memoria

Come ogni anno la Provincia di Arezzo ha aderito alla Giornata della Memoria (27 gennaio), in cui si ricorda la deportazione, lo sterminio degli ebrei, dei detenuti politici e delle varie minoranze che hanno subìto la persecuzione nazista prima e durante il secondo conflitto mondiale. Ben sei scuole superiori, infatti, parteciperanno al meeting che si terrà giovedì 26 gennaio al Mandela Forum di Firenze, dal titolo “Noi figli di Eichmann”. Saranno l’ITIS Galilei di Arezzo, l’IIS G. da Castiglione di Castiglion Fiorentino, l’IIS A.M. Camaiti di Pieve Santo Stefano, l’ITIS G. Ferraris, l’IIS G. da San Giovanni e l’IIS Marconi-Severi, tutti di San Giovanni Valdarno. “Il tema del meeting – afferma Rita Mezzetti Panozzi, Assessore provinciale alla Pubblica istruzione, Beni e attività culturali – è quello del rapporto individuale e collettivo con quella dimensione del male che il “male assoluto” di Auschwitz ha rivelato essere una sfida costante per l’uomo e di far emergere i possibili atteggiamenti personali, sociali e generazionali per elaborarlo, arginarlo e combatterlo. Un’impresa che riguarda chi il male l’ha subìto e sentito, chi l’ha visto con i propri occhi, e ancora chi ne ha ereditato il peso dai propri padri”. Il meeting, che inizierà alle 9.30, vedrà le testimonianze di Bruno Shlomo Venezia, unico sopravvissuto italiano al lavoro nei sonderkommando di Auschwitz, Tatiana e Andra Bucci, deportate ad Auschwitz all’età di 4 e 6 anni, Marcello Martini, giovane staffetta partigiana della resistenza toscana deportato a Mauthausen, Antonio Ceseri, internato in Germania come militare e sopravvissuto alla strage di soldati italiani di Treuenbrietzen, Helga Schneider, scrittrice, e Abraham Jehoshua, scrittore. Sarà, inoltre, assegnato un riconoscimento a due persone che, in situazioni e tempi diversi si sono distinte per la loro posizione di “coraggio civile” rispetto alla situazione di oppressione, discriminazione e persecuzione in cui si sono travati a vivere: alla memoria di Gino Bartali, staffetta della speranza fra Toscana e Umbria, che salvò la vita a centinaia di ebrei nel tempo delle leggi razziali in Italia, sarà presente il figlio Andrea; un rappresentante della comunità bianca del Sudafrica che partecipò alla lotta antiapartheid. Enrico Fink e il gruppo Gen verde proporranno un repertorio di brani ispirato al dialogo tra i popoli e le culture. “Il risvolto educativo che intendiamo focalizzare – sottolinea Rita Mezzetti Panozzi – è il principio di responsabilità individuale e collettiva che è necessario costruire per consentire agli individui e alle società di riconoscere il male, elaborarlo e contrastarlo nelle condizioni storiche date: la capacità di disobbedire agli ordini ingiusti e disumani, di sottrarsi al conformismo, di cantare fuori dal coro, la capacità di non dare niente per scontato, di praticare l’arte del dubbio, di sfuggire alla morsa delle verità convenzionali, anche quando questo può costare molto caro”. Martedì 14 febbraio, inoltre, nella Sala dei Grandi della Provincia di Arezzo si svolgerà un incontro, in collaborazione con il Forum per i problemi della pace e della guerra di Firenze, sul tema “La Shoah nel secolo degli stermini”. Sarà anche questo un momento di riflessione su cosa la shoah c’insegna dal punto di vista delle dinamiche sociali e psicologiche della costruzione sociale del male, che cosa ci dice la shoah circa le forme di prevenzione del male politicamente costruito, la funzione e lo studio della shoah come “segnalatore d’incendio”, i fenomeni e le possibili strategie di prevenzione rispetto cui la conoscenza della shoah ci può mettere in guardia. “Ricostruire e cogliere i meccanismi di tipo totalitario che hanno governato la discriminazione, la deportazione e lo sterminio – conclude l’assessore provinciale Mezzetti Panozzi – serve a mettere in luce l’offuscamento della ragione, della morale individuale e la capacità di distinguere fra giusto e sbagliato che lì si verificò”.