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Non è più un paese per giovani

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Non è più un paese per giovani

“La disoccupazione giovanile nel nostro paese è arrivata al 37%: 1 giovane su 3 non lavora. Di fronte a questa situazione registriamo grandi impegni formali e alcune proposte di pura immagine – commenta Mirko Turci Presidente dei Giovani Imprenditori di CNA Arezzo. La logica dovrebbe indurre a individuare nel sostegno all'imprenditoria giovanile la priorità di qualunque agenda politica. Sfortunatamente è difficile trovare traccia di questa logica nei recenti provvedimenti del Governo”.

Le tracce sono proposte degne di un buon titolo sui giornali ma con nessun risultato pratico. “L'esempio migliore è quello delle 'Srl con un euro' che tante speranze aveva acceso nei giovani imprenditori, o aspiranti tali. La proposta – sottolinea Mirko Turci – sarebbe interessante: aprire una società versando, di fatto, un capitale sociale puramente simbolico senza rischiare il patrimonio personale, con una netta riduzione delle spese notarili e burocratiche. Peccato che si tratti di una possibilità inattuabile nella pratica. In Italia la legge prevede che se il capitale sociale viene intaccato per un terzo, l'organo amministrativo è tenuto a soddisfare pesanti adempimenti di garanzia: in parole povere, se la Srl 'semplificata' va in passivo di 0,34 centesimi di euro, per essa si scatena il finimondo. Inoltre, l'assenza di un sostanzioso capitale sociale acuisce un problema già drammatico per le imprese di ogni dimensione: quello dell'accesso al credito bancario. Quale istituto di credito sarebbe disposto a finanziarti a fronte di un capitale sociale di un solo euro?”.

“Ma c'è anche dell'altro – interviene Barbara Bennati referente CNA Giovani Imprenditori. Registriamo il persistente paradosso della soffocante politica di austerity che, accanto ai prelievi di liquidità 'd'emergenza' varati dal Governo Monti, non pone i presupposti per una ripresa economica. Il cosiddetto 'regime dei minimi', che offre condizioni realmente favorevoli agli imprenditori fino al raggiungimento del trentacinquesimo anno di età, decade non appena il libero professionista o l'impresa produce ricavi superiori ai 30.000 euro: vale a dire, non appena l'imprenditore infrange la cosiddetta soglia di sussistenza. Perché? Perché non un massimale più alto? Perché disincentivare il profitto – anche minimo – di un'attività neonata? Un bilancio parziale degli sforzi a favore dell'imprenditoria giovanile è pertanto deludente: esiste una legge interessante ma praticamente inutilizzabile; esistono incentivi fiscali che si disattivano non appena la giovane impresa comincia a guadagnare; e non esistono autentici canali di credito per chi, le proprie garanzie, deve ancora riuscire a costruirsele”.

“Nel nostro territorio servono nuove imprese: non solo per garantire il ricambio generazionale verso quelle che non sopravvivono all'esame del tempo, ma anche per offrire all'economia locale spunti completamente nuovi, per inaugurare settori inesplorati, per trasformare e attualizzare quelle attività che altrimenti rischiano di entrare a far parte della storia. Per questo CNA Arezzo ribadisce l'importanza di individuare quanto prima veri strumenti d'impresa ai giovani disoccupati, per offrire una prima e immediata risposta ai numeri drammatici della disoccupazione. Il genere di soluzione che può generare ricchezza, anziché limitarsi a ripartire quella esistente. Ai candidati, magari ai più giovani, ai volti nuovi che stanno entrando in politica, chiediamo di dimostrare con i fatti l'attenzione ed il sostegno alle giovani imprese” conclude Mirko Turci.