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Acqua: investimenti bassi ma segnali ripresa in settore idrico

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Roma, 22 ott. (AdnKronos) – Segnali di ripresa nel settore idrico. Nonostante questo, gli investimenti sono pressoché invariati nel 2013 e sono ancora scarsi i miglioramenti in capitoli rilevanti come le perdite di rete e la depurazione. Gli investimenti restano in termini assoluti pressoché invariati ma risultano in leggero aumento (+ 5,8%) nel triennio 2011-13. Se, invece, si rapportano gli investimenti con il fatturato si nota una diminuzione dal 24,7% del 2012 al 21,6% del 2013. E’ quanto emerge dai dati relativi al settore idrico contenuti nell’anticipazione del III rapporto Top Utility, il think tank che monitora e valuta dal 2011 le performance delle 100 maggiori utility in Italia, illustrati oggi da Alessandro Marangoni, ceo di Althesys, nel corso del convegno ‘Il settore idrico italiano tra strategie industriali e finanza’ che si è svolto a Bologna nell’ambito di H2O.
Il quadro che emerge dal report, sottolinea Marangoni, “è quello di un settore riavviato, seppur un po’ lentamente, dall’intervento sui meccanismi tariffari compiuto dall’Autorità dell’energia e il sistema idrico (Aeegsi). I segnali di crescita sono però ancora inferiori ai livelli auspicati”.
All’origine, rileva, “c’è, da un lato, la constatazione che il settore idrico necessiti di tempi lunghi, con la conseguenza che gli ingenti investimenti garantiscono ritorni solo nel lungo periodo; dall’altro viene evidenziato il disagio per il legislatore di intervenire – come tenta di fare oggi il decreto ‘Sblocca Italia’, in un settore che subisce pressioni emotive, politiche e sociali, specie in un contesto come quello scaturito dal confronto referendario. I dati oggettivi sono insomma in continua negoziazione con la ricerca del consenso”.
Il 2013 ha visto aumenti dei ricavi per tutte le aziende: si va da +32,7% rispetto al 2012 nel settore idrico per le grandi aziende al +20,8% per le aziende minori. Nel 2013 il gruppo delle grandi aziende operanti nel settore idrico (fatturato superiore a 100 milioni di euro) mostra un rapporto Ebitda-Ricavi pari al 36,4%, in crescita rispetto al 2012 quando si attestava al 31,4%. Tale valore tende a diminuire per le aziende di media (ricavi tra 40 e 100 milioni) e piccola dimensione (ricavi inferiori a 40 milioni), attestandosi rispettivamente a 23,3% e 24,6% nel 2013. Il Roe è migliore per le grandi imprese, mentre il Roe risulta allineato, con un trend prevalente in miglioramento.
Gli investimenti restano in termini assoluti pressoché invariati. Risultano in leggero aumento (+ 5,8%) nel triennio 2011-13. Se, invece, si rapportano gli investimenti con il fatturato si nota una diminuzione dal 24,7% del 2012 al 21,6% del 2013. Gli investimenti restano mediamente più alti per le aziende più grandi: nel 2013 sono stati pari al 27% del fatturato rispetto al 17,8% delle aziende più piccole. La quasi totalità delle aziende con investimenti relativi inferiori al 15% ha un fatturato non superiore ai 100 milioni di euro. Da sottolineare che il comparto acqua è quello che sta investendo di più (le utility energetiche sono ferme allo 7,3%, quelle dei rifiuti a circa il 7%).
La situazione debitoria delle aziende di maggiori dimensioni appare più sostenibile sia se parametrata all’equity sia se considerata rispetto alla capacità di generare margini (Ebitda).