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Allarme rifiuti, costi in aumento del 30%

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È allarme rifiuti per la Confcommercio di Arezzo, che dopo il dibattito sul nuovo piano interprovinciale dei rifiuti che si è svolto ieri (6 marzo) presso il comune di Capolona ha richiesto un incontro urgente con la dirigenza di Sei Toscana, il nuovo gestore unico dei rifiuti delle province di Arezzo, Grosseto e Siena.

“A detta di alcuni Sindaci che hanno potuto visionarlo, il piano dei costi fissato da Sei Toscana per la raccolta e lo smaltimento dei rifiuti è fino al 30% superiore di quello dello scorso anno”, dice il direttore della Confcommercio aretina Franco Marinoni, “dobbiamo desumere che anche le bollette per famiglie e imprese subiranno lo stesso aumento? Già ora in molti fanno fatica a pagare, di questo passo sarà il disastro completo”. Non è un caso se nell’ultimo anno il livello fisiologico di morosità fra gli utenti (sia privati sia imprese), prima intorno al 4%, è balzato al 15%.

La denuncia della Confcommercio si spinge oltre: “la base di calcolo delle tariffe è ancora il 2010, ma da allora la produzione di rifiuti ha subito un forte calo, per via della crisi che ha fatto chiudere aziende e diminuire i consumi di tutti. Perché allora i costi del servizio di raccolta aumentano? La creazione di Sei Toscana avrebbe dovuto ottimizzare la gestione dei rifiuti anche a livello economico, invece è come se le tre aziende riunite ora sotto lo stesso nome avessero fatto cartello”, sottolinea il direttore Marinoni.

Confcommercio evidenzia anche la mancanza di un sistema di premialità che valorizzi i Comuni virtuosi nella raccolta differenziata: “se i costi della gestione rifiuti vengono ripartiti allo stesso modo fra i Comuni, senza prevedere sgravi per quelli virtuosi, dal punto di vista economico fra poco non converrà più a nessuno continuare a fare la raccolta differenziata. Allora che succederà? Saremo sommersi dai rifiuti?”.

“Per evitate lo spettro Campania, Regione e Province, ognuno per le proprie competenze ad esempio in ambito urbanistico, devono emanare un indirizzo politico preciso, l’unico che può far cambiare le cose. Termovalorizzatori, discariche, raccolta differenziata e riciclo… insomma, qualcun ci dica che fine faranno i rifiuti in Toscana tra 10, 20 o 50 anni?”.

“I Comuni”, prosegue Marinoni, “sono in difficoltà ad esigere i crediti in certi casi, perché la morosità nasconde sempre gravi difficoltà di famiglie e imprese. Per questo motivo, in questo frangente sono solidali con gli utenti e che lo facciano per tornaconto politico (vedi le elezioni amministrative vicine) o altro motivo poco importa. Alcune Amministrazioni hanno chiesto il congelamento delle tariffe ai livelli del 2013, che già erano alte, e soprattutto chiedono la fatturazione diretta dei costi di smaltimento, in modo da pagare solo quanto gli compete e non di più. Anche per noi sarebbe un modo per capire dove si annidano sprechi e cattiva gestione. Speriamo che qualcuno le ascolti”.