Home Nazionale Banda ultralarga, paradosso italiano: nel 2015 sarà il Nord a rincorrere il Sud

Banda ultralarga, paradosso italiano: nel 2015 sarà il Nord a rincorrere il Sud

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Roma, 21 dic. (AdnKronos) – Nel 2015 saranno Centro e Nord a dover rincorrere un Sud più avanzato sulle reti a banda ultralarga. Un paradosso nel Paese europeo famoso proprio per la grande frattura tra Settentrione e Meridione. Eppure, grazie all’intervento pubblico, regioni storicamente indietro come Puglia, Calabria, Sicilia, Campania e Basilicata dal prossimo anno avranno una rete migliore di quella che avrà, ad esempio, la Lombardia. “E’ un risultato naturale, l’intervento pubblico è stato correttivo”, dice Salvatore Lombardo, ad di Infratel, la società in-house del ministero dello Sviluppo Economico che ha il compito di attuare il ‘Piano nazionale Banda Larga’ e il ‘Progetto Strategico Banda Ultra Larga in Italia.
I due digital divide – Facendo un passo indietro, serve mettere a fuoco due divari che esistono nel Belpaese. Il primo è stato in sostanza colmato, ed era quello relativo al servizio di base della banda larga. In tutto la Penisola ne rimane scoperta una percentuale minima di territorio, intorno al 3%. L’altro divario è quello con l’Europa, come spiega Lombardo: “Il nostro problema è che mentre il resto del mondo viaggia a velocità molto spinte di download e velocità di accesso alla banda, l’Italia ha una diffusione del servizio ad almeno 30 mbit molto basso: intorno al 20%, contro una media europea del 65%”.
Fondi comunitari in aiuto – Per colmare questo ritardo, l’intervento del governo ha portato all’utilizzo di fondi comunitari in scadenza, con i quali è stata data vita a lavori sul territorio nelle regioni del Sud. “L’esecutivo – spiega Lombardo – ha un piano sulla banda ultralarga, con finanziamenti nell’ordine dei 12 miliardi, per rispondere all’obbligo europeo che chiede la copertura del 100% del territorio con reti a banda larga ultraveloce entro il 2020. La velocità minima richiesta sarà di 30 mbit. Mentre il 50% della popolazione dovrà essere raggiunta da una rete a 100 mbit”.
“Ora la copertura è intorno al 21% o 22%. Mancano 7000 comuni su 8000 da fare. I primi mille raggiunti – precisa l’ad di Infratel – sono comunque i più importanti. Il piano del governo è studiato apposta per arrivare alla copertura chiesta dall’Europa. E’ un piano ambizioso – conclude Lombardo – ma del resto con Renzi non c’è nulla che non lo sia”.