Home Nazionale Ebola, l’esperto: “Per batterla fare come Venezia contro la peste del Trecento”

Ebola, l’esperto: “Per batterla fare come Venezia contro la peste del Trecento”

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(AdnKronos) – Che cosa può insegnare la Venezia del XIV secolo ai sanitari impegnati nella lotta all’epidemia di Ebola? Molto, almeno secondo uno studio pubblicato su ‘Environment Systems Decisions’: la risposta messa in campo nei secoli scorsi dalla città, che in questi giorni ospita il festival del cinema, contro un evento drammatico come la peste del Trecento, è infatti un “esempio di gestione del rischio e di resilienza”. Studiare l’approccio veneziano alla ‘morte nera’ offre “preziose lezioni su come contenere le conseguenze delle minacce emergenti, come il cambiamento climatico, il terrorismo e le malattie altamente infettive o farmaco-resistenti, Ebola inclusa”. A sostenerlo è Igor Linkov del US Army Engineer Research and Development Center, visiting professor dell’Università Ca’ Foscari di Venezia in Italia. La città italiana era il fulcro di molte rotte commerciali verso l’Europa centrale, e nel 1347 divenne l’epicentro dell’epidemia di peste. Se i veneziani inizialmente avevano tentato di difendersi da quello che credevano un castigo di Dio, ricorrendo a sistemi tradizionali come la preghiera e i rituali, poi hanno iniziato a utilizzare un approccio “di gestione della resilienza”, la capacità di fronteggiare in modo positivo eventi traumatici. Ma come? Invece ci concentrarsi su un pericolo misterioso, le autorità cittadine si concentrarono sulle gestione degli spostamenti, delle interazioni sociali e sulla raccolta di dati relativi al sistema cittadino. Attivando un sistema di ispezioni, un lazzaretto sulle isole vicine alla città, periodi di quarantena e i ben noti indumenti protettivi per i sanitari e le persone che maneggiavano i corpi delle vittime. Anche se questi interventi sono arrivati troppo tardi per fermare la devastazione iniziale della malattia, Venezia si è risollevata, ha continuato a fiorire ed è arrivata fino ad oggi, sperimentando solo episodi sporadici di peste in seguito, mentre in Grecia e in Europa meridionale epidemie simili hanno infuriato per secoli. Mentre il mondo è alle prese con l’epidemia di Ebola in Africa occidentale, Linkov e i suoi colleghi invitano a imparare dai veneziani la gestione della resilienza. Nel caso di Ebola, fattori economici e culturali rendono difficile, infatti, la gestione del rischio nei Paesi colpiti. Anche se ci vorrà del tempo per trasformare le tradizioni profondamente radicate che contribuiscono alla diffusione del virus killer, sanitari e politici locali possono essere in grado di mettere in campo interventi importanti e attrezzare meglio le città a prepararsi e superare questa minaccia. “La gestione della resilienza può essere utile per affrontare l’attuale epidemia di Ebola in Africa”, sostiene Linkov.
Intanto è arrivato in Germania il medico senegalese dell’Organizzazione mondiale della Sanità, infettato dal virus Ebola in Sierra Leone. Sarà curato nell’ospedale di Hamburg-Eppendorf , dichiara Tarik Jasarevic, portavoce dell’Oms per l’epidemia di Ebola. L’epidemiologo è stato infettato, mentre lavorava in un laboratorio nella città di Kailahun, vicino al confine con la Guinea.