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Fillea Cgil: 7 progetti per rilancio delle costruzioni verso sviluppo sostenibile

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Roma, 1 apr. (Labitalia) – Sette progetti per rilanciare il settore delle costruzioni, con qualità del lavoro, delle imprese e del vivere. Sono quelli illustrati oggi dalla Fillea Cgil, in occasione della conferenza stampa di presentazione del congresso del sindacato degli edili della Cgil, in programma domani e il 3 aprile al centro congresso Frentani, a Roma. Un piano, spiega il sindacato, che punta a “riavviare il settore, creando centinaia di migliaia di nuovi posti di lavoro e mettere in sicurezza il territorio e i cittadini”.
A cominciare dal riassetto idrogeologico per il quale, secondo il sindacato, sono necessari 40 miliardi di euro di investimento totale per 20 anni, con 1,2 miliardi di euro di investimento annuo. E ancora la riduzione del consumo di suolo con obiettivo ‘quota zero’ entro il 2050.
Nei punti che la Fillea indica per il rilancio delle costruzioni, ecco ancora la riqualificazione urbana, con più risorse per il piano città, che avrebbe come impatto l’aumento dell’occupazione e della qualificazione e specializzazione delle imprese. Senza dimenticare l’efficienza energetica. Secondo gli edili di corso d’Italia, infatti, il ‘mercato’ potenziale delle riqualificazioni energetiche degli edifici pubblici e privati esistenti in Italia potrebbe creare 600mila posti di lavoro entro il 2020 e attivare investimenti per quasi 45 miliardi di euro.
Secondo il sindacato, inoltre, l’utilizzo di fonti energetiche rinnovabili in Italia è ancora estremamente limitato soprattutto per gli uffici (solo il 4%), ma in 10 anni il settore potrebbe portare benefici per 48 miliardi di euro.
Secondo la Fillea Cgil, altro tema urgente da affrontare è quello della prevenzione sismica con 6 milioni di edifici e 12 milioni di abitazioni in zone a rischio. Per il sindacato, si deve “mettere in sicurezza il territorio completando il quadro conoscitivo e con una pianificazione che limiti i rischi”. Con le azioni in questo campo l’impatto economico e sociale sarebbe di “un adeguamento urgente per il 36% del patrimonio edilizio e la creazione di posti di lavoro specializzati e qualificati”.
E, in conclusione, sulle infrastrutture, spiega la Fillea, sono necessari oltre 68 miliardi di euro per ridurre il gap italiano, e fare crescere anche l’occupazione specializzata.