Home Nazionale Ichino, anticipazioni Jobs Act un po’ generiche e improvvisate

Ichino, anticipazioni Jobs Act un po’ generiche e improvvisate

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Roma, 9 gen. (Labitalia) – "Renzi chiede osservazioni, anche critiche, riguardo alle anticipazioni da lui fornite sul suo Jobs Act. Ecco le mie". Pietro Ichino, senatore di Sc e giuslavorista, presenta così, in un tweet lanciato questa mattina, le sue osservazioni alle anticipazioni del piano di Renzi, "ancora un po' generiche e con qualche difetto di improvvisazione". Sul suo sito pietroichino.it, il senatore scrive un primo commento a caldo. Sulla semplificazione delle norme, scrive Ichino, "il solo rilievo critico, ma non è rilievo di poco conto, riguarda il termine temporale". I tempi per il Codice semplificato passano da 3 a 8 mesI. Per Ichino, questo significa che ci saranno "alcune profonde rielaborazioni". Riguardo alla riduzione delle varie forme contrattuali (per Renzi almeno 40, per Ichino non più di 15), "vien da chiedersi quali di questi tipi contrattuali ora Matteo Renzi intenda sopprimere e perché". "Se dovesse prendersela anche lui con lo staff leasing -osserva il giuslavorista- comincerei a dubitare della sua capacità di liberarsi dei tabù della vecchia sinistra".Quanto al 'contratto di inserimento a tempo indeterminato a tutele crescenti', "preoccupa un po' -sostiene Ichino- quel 'processo verso', espressione pericolosamente tratta dal sindacalese: che vuol dire? Forse che anche questa, come il Codice semplificato, è questione su cui lo staff del neo-segretario non ha ancora le idee chiare e occorre rinviare tutto al settembre prossimo? Resta comunque almeno il fatto positivo della menzione del 'contratto a tempo indeterminato a protezioni crescenti': rispetto alle chiusure che il Pd vecchia gestione ha fatto registrare fin qui, questo va salutato come un passo avanti positivo". Sull'assegno universale per chi perde il posto di lavoro, Ichino osserva che in realtà "l'assicurazione universale contro la disoccupazione per tutto il lavoro dipendente esiste già, è stata istituita dalla legge Fornero e si chiama Assicurazione sociale per l'impiego-Aspi". E poi, aggiunge, occorre "stabilire quale sia una proposta di lavoro che non possa essere ragionevolmente rifiutata: un metodo per risolvere questo problema è costituito dal contratto di ricollocazione". Ichino vede problematica anche l'istituzione di un'Agenzia unica per centri per l'impiego, formazione e ammortizzatori sociali. "Qualche cosa di questo genere è stato già stato istituito recentemente, con dubbie prospettive operative. Perché qui il problema nasce dalla assurda ripartizione costituzionale delle competenze legislative e amministrative: allo Stato quelle relative alle politiche passive del lavoro (cassa integrazione, trattamenti di disocupazione), alle Regioni quelle relative alle politiche attive (misure per il reinserimento dei disoccupati nel tessuto produttivo)". Sulla legge sulla rappresentatività sindacale e presenza dei rappresentanti eletti direttamente dai lavoratori nei Cda delle grandi aziende, Ichino dice che l'espressione usata da Renzi "è davvero troppo generica". "E, nella sua genericità, anche un po' preoccupante: perché su questa materia -ricorda- sono stati stipulati recentemente due importanti accordi interconfederali, rispettivamente nel 2011 e nel 2013: molti tra coloro che li hanno sottoscritti sono comprensibilmente preoccupati dall'eventalità che una nuova legge sconvolga l'equilibrio faticosamente raggiunto con quegli accordi". La legge, insomma, "interverrà soltanto in via sussidiaria, per regolare i casi nei quali quegli accordi non si applicano", conclude.