Home Nazionale Libri: in ‘Checkpoint Roma’ la Capitale contesa tra Islam e Occidente

Libri: in ‘Checkpoint Roma’ la Capitale contesa tra Islam e Occidente

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Roma, 19 set. (Adnkronos) – Roma città aperta. La Capitale che ha vissuto, alla fine della Seconda guerra mondiale, l’occupazione dei nazisti, torna al centro di un conflitto dai risvolti tragici. Con attori diversi che si contendono la supremazia: gli occidentali da una parte e gli islamici dall’altra, pronti a tutto pur di issare i loro vessilli sulla Basilica di San Pietro. Uno scenario politico e militare che fa diventare Roma “centrale nello scontro di civiltà”. Una proiezione narrativa sulla quale si basa il giornalista Carlo Braccini nel suo primo romanzo ‘Checkpoint Roma’, pubblicato da La Caravella Editrice.
Un’idea che, per Braccini, non è soltanto fondata su un’intuizione narrativa, legata alla fantapolitica, ma “su un’analisi che il Pentagono – racconta all’Adnkronos- aveva fatto una decina di anni fa: una serie di ricerche in cui si dimostrava che l’Italia poteva essere il centro di uno scontro anche fisico e non solo ideologico”.
Nel libro, dice il giornalista, “non c’è ancora l’Isis”, però viene descritta “la forte pressione demografica che conduce molti islamici in Italia e in Europa. E che li fa arrivare soprattutto a Roma dal momento che, con il Vaticano, la città rappresenta il simbolo del mondo occidentale. Da qui ho immaginato uno scenario di guerra che si proietta nei prossimi vent’anni alimentato dai contrasti tra Russia e Stati Uniti. Contrasti che ora sono tornati d’attualità per via dell’Ucraina. L’idea del libro è che, in questo contesto, una Jihad internazionale porti la guerra in casa nostra”.
Roma, dunque, viene sconvolta da una guerra religiosa che la trasforma e la riduce in una realtà contesa tra mondi opposti: una città in cui l’Onu protegge il Vaticano, estremo baluardo della civiltà occidentale. Uno scenario che, al di là della finzione, per Braccini potrebbe concretizzarsi . “Come quadro geopolitico generale -sottolinea Braccini – quello che ho scritto è abbastanza plausibile. Il presupposto fondamentale è che vengano usate le armi nucleari, un’ipotesi tornata d’attualità vista la situazione tra Iran, Israele e il mondo arabo. Una situazione – aggiunge- nella quale vengano coinvolte, su scala regionale, anche Russia e Stati Uniti”.
Passando alla realtà Braccini vede “la possibilità di un confronto forte tra Stati Uniti e Russia, che crei uno stallo a livello europeo. Uno stallo che consenta una escalation nucleare tra Iran e Israele in grado di dare vita ad un conflitto nella regione mediorientale. Ma una guerra nucleare – osserva il giornalista- non sarebbe più confinata in Iran e Israele, ma rischierebbe di coinvolgere anche l’Europa assumendo la forma di un confronto tra mondo islamico e mondo occidentale”.
Per Braccini, al lavoro su un secondo libro in cui immagina che il Partito Comunista Italiano avesse preso il potere all’indomani della Liberazione,”l’opzione militare scelta da Obama è un palliativo. L’Occidente, dilaniato da crisi economiche e problemi, non è un interlocutore militare forte. Israele, invece, vede in gioco la propria sopravvivenza e, quindi, può creare i presupposti per cambiare lo scenario”.