Roma, 11 ott. (Adnkronos) – “Io non so niente di un dialogo fra Stato e mafia. Voglio essere assolto nel merito, non cerco nullità, cavilli o colpi di spugna”. Ad affermarlo, in un colloquio con La Repubblica, è Nicola Mancino, imputato nel processo sulla trattativa tra Stato e mafia, e chiamato a difendersi dall’accusa di falsa testimonianza.
Sull’eccezione di nullità di cui hanno parlato i difensori dopo il no della Corte d’Assise di Palermo alla richiesta degli imputati di assistere alla deposizione del presidente Giorgio Napolitano, l’ex ministro dell’Interno dice di non cercare “nullita’ formali. Quello è un problema processuale, io voglio essere assolto in pieno, perchè non ho commesso alcuna falsa testimonianza, non ho mai saputo niente della trattativa”.
Alla deposizione di Napolitano il 28 ottobre al Quirinale, “volevo esserci solo per rispetto al Capo dello Stato. E poi -aggiunge riferendosi ai boss Riina e Bagarella- se ci andavano gli altri, perché non dovevo andarci io? Mi devo pur tutelare”. Quanto alla decisione della Corte d’Assise, “io -dice Mancino- la rispetto. Ritengo sia una decisione giusta” escludere Riina e Bagarella dalla deposizione al Quirinale del capo dello Stato. Ma niente più interventi sui media: “non dirò più nulla, parlerò soltanto al mio interrogatorio, e allora tutto sarà chiaro”, conclude Mancino.