A un uomo, a un amico, a Luchino.

Nel lavoro di tutti i giorni siamo abituati ad incontrare persone che trovano nella “Casa Pia” la loro casa per periodi più o meno lunghi.

Alcuni di loro non solo impariamo a conoscerli, ma sono insieme a noi per tanti anni e diventano componenti di una famiglia molto ampia e molto particolare.

Altri rimango per periodi brevi, ma comunque in quei piccoli periodi della loro vita entrano a far parte di una collettività che cerca sempre di lavorare per loro.

Alcuni sono in grado di dare il loro contributo attivo alla vita della loro casa, altri vi partecipano meno attivamente, ma sempre completando il quadro d’insieme.

Ma tutti, proprio tutti hanno avuto un amico grande che da anni si spende per noi con una generosità che non ha eguali.

Come tutti i veri amici era un gran rompiscatole, mai contento e sempre pronto a dirti che quello che avevi fatto non era abbastanza per persone che hanno lavorato tutta una vita e che ora hanno il diritto di avere tutto quello che facciamo e molto di più.

Ma come tutti i veri amici era pronto a condividere se stesso con noi dando non solo quello che aveva, ma quello che costantemente sollecitava gli altri a metterci a disposizione.

Conosco Luchino da una vita, abbiamo condiviso ideali e passione politica, per me era ed è il “compagno” Luchino.

Oggi per me è difficile anche solo pensare che non lo  rivedremo più con la carbonella per le salsicce, con l’olio per le bruschette, o che non lo risentiremo più brontolare perché le “cose così non vanno”.

Luchino non era un benefattore, ma un uomo che ha sempre cercato e lavorato per ottenere giustizia sociale, lui per gli altri, sempre e costantemente animato dal fuoco della passione per le cose in cui credeva e che ha sempre considerato irrinunciabili.

La Casa Pia e noi tutti abbiamo perso un amico, Arezzo ha perso una persona per bene.

Il presidente dell’ASP Vittorio Fossombroni
Fabio Diana