Home Nazionale Sanità: pazienti ‘costretti’ a cure private, le storie del Tdm

Sanità: pazienti ‘costretti’ a cure private, le storie del Tdm

0

Roma, 23 lug. (AdnKronos Salute) – Pazienti dirottati negli studi medici privati per una semplice visita di controllo e altri che, per motivi di urgenza, vengono consigliati e ‘spinti’ verso strutture e laboratori privati. E’ ampio l’inventario delle motivazioni che ‘costringono’ sempre più italiani a mettere mano al portafogli e a ricorrere a prestazioni sanitarie private, anziché rivolgersi alle strutture del Servizio sanitario nazionale. E’ quanto emerge dalle segnalazioni dei pazienti al Tribunale dei diritti del malato.
Una testimonianza – tra quelle fornite in forma anonima dal Tdm all’Adnkronos Salute – riguarda un paziente sottoposto di recente a un intervento alla cataratta in un ospedale pubblico. Una volta dimesso, sarebbe stato invitato a eseguire la visita di controllo direttamente nello studio privato del medico, con pagamento delle prestazione (oltre 100 euro). La figlia del paziente chiede al Tdm se sia legittimo questo comportamento del medico, anche perché il padre gode di esenzione.
Un’altra segnalazione riguarda una ragazza che ha dovuto fare i conti con una reazione allergica. Il medico di pronto soccorso, dopo le prime valutazioni, le consiglia di effettuare immediatamente esami di approfondimento, ma prenota presso un laboratorio privato, sottolineando l’urgenza. La paziente segue l’indicazione ma poi, viene a sapere dal proprio medico di famiglia e da uno specialista che gli esami consigliati e fatti in privato potevano essere svolti anche successivamente. La paziente chiede al Tdm se può ottenere un rimborso di quanto speso.
A rivolgersi al Tdm è anche una signora alle prese con un problema ginecologico. “Nel mese di dicembre – scrive – ho prenotato, presso l’ospedale di Careggi (Firenze) e dietro prescrizione medica, una visita chirurgica plastica per un problema di ipertrofia delle piccole labbra che mi crea molti fastidi sia nella normale vita quotidiana sia durante i rapporti intimi. Appena entrata in ambulatorio la dottoressa, senza nemmeno visitarmi e quindi senza poter verificare l’entità e la gravità del mio problema, mi dice che questi interventi non li fa in ospedale ma in privato, perché le liste di attesa vanno dai 2 ai 3 anni”.
“Solo alla fine – denuncia la signora – dopo avermi spiegato come contattarla privatamente e come si sarebbe svolto l’intervento”, la dottoressa “si è degnata di ‘guardarmi’ di sfuggita per pochi secondi (giusto per dare un senso alla visita, sue testuali parole). Infine mi ha assicurato che comunque mi avrebbe iscritta in lista. Solo dopo, però, ho notato che nel referto aveva indicato: intervento non eseguibile in regime di Ssn”.