Home Nazionale Senato: Grasso ricorda Spadolini, sintesi rara di cultura e politica

Senato: Grasso ricorda Spadolini, sintesi rara di cultura e politica

0

Roma, 30 set. (Adnkronos) – Nella figura di Giovanni Spadolini “politica e cultura, due parole, due dimensioni dell’esperienza umana” trovarono “una sintesi davvero rara sulla scia di un altro grande intellettuale che onorò l’Aula del Senato: Norberto Bobbio”. Lo ha detto il presidente del Senato Pietro Grasso, commemorando l’ex premier, ministro della Difesa, e presidente di palazzo Madama, a vent’anni dalla scomparsa.
Grasso ha ricordato che “forte della sua conoscenza profonda, maturata nei suoi studi, della storia politica dell’Italia contemporanea, come responsabile della cosa pubblica Spadolini comprese con lungimiranza che la stagione della Repubblica dei partiti, di cui fu pure protagonista indiscusso e autorevole da segretario e leader del Partito Repubblicano, si stava chiudendo”.
Nell’esperienza di Spadolini “centrale fu l’esigenza di una profonda riforma dei meccanismi istituzionali del nostro Paese nel quadro di un rinnovamento morale della vita politica nazionale” ha sottolineato Grasso, citando come Spadolini alla guida del governo nel 1981 “volle marcare con forza l’autonomia dell’istituzione governo e in particolare della presidenza del Consiglio”.
(Adnkronos) – “Come ebbe modo di dire -ha continuato Grasso- proprio nell’Aula del Senato ‘Per chi come noi muove da un’idea della centralità del Parlamento nel sistema costituzionale, non c’è dubbio alcuno che le istituzioni parlamentari sono istituzioni di governo e che viceversa il governo – il governo in Parlamento – sia un’istituzione parlamentare. A un governo istituzionalmente forte -continuava Spadolini- corrisponde un Parlamento forte, a un governo debole corrisponde un Parlamento debole'”.
“In quello stesso discorso dell’agosto del 1982, con cui presentava alle Camere il suo secondo governo -ha proseguito la seconda carica dello Stato- affrontò il tema di un generale aggiornamento del quadro istituzionale e anche della nostra Carta Costituzionale, una Carta che, ricordava Spadolini, ‘non è calata dal cielo e non è stata il frutto dell’elaborazione di un gruppo di esperti dietro una scrivania, ma ha rappresentato la conquista di tutto il popolo italiano nella lotta per la libertà'”.
E ancora: “Secondo Spadolini ‘ogni aggiornamento di quelle norme – e cioè ogni revisione della Costituzione – presuppone il coinvolgimento di tutti i partiti che la elaborarono, senza escludere l’apporto di nuove forze affacciatesi sulla scena politica italiana e senza pretendere un impossibile unanimismo che, del resto su vari punti importanti, non si realizzò neanche alla Costituente'”.
(Adnkronos) – “Sono parole -ha evidenziato Pietro Grasso- che mi sembrano oggi attuali più che mai”. Nella legislatura successiva, Spadolini fu ministro della Difesa e nel luglio 1987 “coronò la sua carriera di uomo delle istituzioni alla Presidenza del Senato che ricoprì nella X e XI legislatura. Qui -ha aggiunto il presidente Grasso- ebbe modo di riprendere il filo di quel percorso riformatore che aveva con tanta lungimiranza avviato nel 1982”. Arrivò così la “incisiva revisione del Regolamento del Senato del 1988 che proprio Spadolini, da Presidente, promosse, in particolare per quanto riguarda la disciplina del voto segreto, e anche quel dibattito sulla riforma del bicameralismo che si concluse con un testo approvato dal Senato nel 1990. Un testo che tuttavia non riuscì a concludere il suo iter nell’altro ramo del Parlamento”.
“Credo sia utile per tutti oggi -ha proseguito- tornare a consultare gli atti di quel dibattito che proprio Spadolini volle pubblicati in un volume. Anche allora le posizioni dei partiti che si confrontarono presso la commissione Affari costituzionali sotto la presidenza di Leopoldo Elia erano assai distanti. Anche allora non tutte le divisioni furono appianate e il testo non esprimeva una posizione di ampia unanimità. Si dovette operare comunque una scelta fra le varie ipotesi avanzate”. Grasso ha ricordato che alla fine prevalse quella che Spadolini definì del cosiddetto ‘bicameralismo procedurale… Camera e Senato restano componenti eguali di un Parlamento concepito – come nella volontà dei costituenti – in modo unitario. Con identici poteri e con identica dignità, eliminando però quelle duplicazioni, quei ritardi procedurali, quelle ripetizioni ormai incomprensibili e ingiustificabili’.
Spadolini parlava di capacità di “autogiudizio” e di “autocorrezione” da parte delle istituzioni parlamentari. E disse che “quella data dal Senato è una risposta a tutti coloro che, da più parti, irridono alla capacità del Parlamento di saper modificare un quadro normativo istituzionale che senza dubbio ha bisogno di cambiamenti anche profondi”. In conclusione, Grasso ha rilevato: “Oggi che siamo nuovamente impegnati in una profonda revisione della seconda parte della nostra Costituzione, ed in particolare del nostro bicameralismo, ricordare queste parole e quella esperienza mi sembra il modo migliore per onorare, qui, in Senato, la figura di Giovanni Spadolini”.