(Milano) – Women for Expo è, per dirla con le parole del commissario unico di Expo 2015, “un progetto esemplificativo di quello che è l’Esposizione universale” perché è riuscito ad arrivare alla meta nonostante “le mille difficoltà”. Questo, sottolinea poi il ministro dell’Agricoltura, Maurizio Martina, è tuttavia “uno dei progetti più profondi dell’Esposizione” milanese perché riesce a far incontrare due temi centrali per il futuro, “la questione di genere e quella generazionale”.
Martina ricorda che, solo per quanto riguarda l’agricoltura, le donne rappresentano “il 40% della forza lavoro”, ma questo non le aiuta a raccogliere i fondi necessari per migliorare la loro posizione lavorativa: “Secondo la Fao – dice Martina – è più facile per un uomo accedere ai contributi pubblici” perché “c’è una discriminazione di genere che va sanata”.
Per questo Bonino si augura che, alla fine, il Women for Expo milanese sia “solo l’inizio di un percorso comune” in grado di far arrivare a Dubai 2020 la voce delle donne. Per farlo bisognerà essere capaci di “costruire qualcosa in più” e questo potrà avvenire accettando “la diversità” che caratterizza ognuna delle donne: bisogna “farne un elemento forza”, conclude Bonino, per poter “scalare” in futuro le posizioni occupate oggi dagli uomini.