Rho-Pero (Milano), 13 mar. (AdnKronos) – La tabella di marcia segna 49 giorni all’Expo, ma per il premier Matteo Renzi la sfida è vinta: ”Ce la faremo, magari – come sempre nel nostro Dna – facendo un po’ di corsa alla fine per fare l’ultimo miglio”, ma i musi lunghi e il tempo tiranno non sembrano più imbattibili. La visita di oggi arriva a sette mesi esatti dal primo sopralluogo quando, sotto la pioggia di agosto, i padiglioni erano più un’idea che una struttura reale. Oggi resta ancora tanto da fare, ma ottimismo – tra una stretta di mano e un selfie con gli operai – è la parola chiave.
E’ allo scorrere implacabile dell’orologio che Renzi rivolge l’inizio del suo intervento – “Ha la preoccupazione di non finire in tempo” dice rivolgendosi al commissario unico della società Expo Giuseppe Sala – prima di parlare agli operai “anima e cuore di questo cantiere”. Per il premier l’Esposizione che si aprirà il primo maggio – confermata la sua presenza al taglio del nastro – “è la più grande scommessa che l’Italia fa quest’anno”, una “strepitosa occasione” non solo per Milano e la Lombardia ”ma è una partita e una sfida” per l’intero Paese. “In ballo c’è l’idea stessa dell’Italia”, aggiunge.
Il presidente del Consiglio ricorda la prima riunione “ho contato le facce lunghe, quelli che dicevano non ce la facciamo, molla, lascia stare”, e la scelta di non tirarsi indietro, di “metterci la faccia. Ed ora Expo si farà, è un’occasione unica per dimostrare che l’Italia non è solo la terra del passato ma è quella del futuro”. L’esposizione, che durerà fino al 31 ottobre, “qualche mese fa era sinonimo di scandalo, ma quella storia è chiusa”, ora invece è “una partita che riguarda il Paese” e in cui “la parola chiave è bellezza”.