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Sindacati, serve accordo su rinnovo contratto agroindustria entro novembre

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Roma, 22 ott. (Labitalia) – Entrare nel merito della discussione per il rinnovo del contratto nazionale dell’agroindustria. Affrontando i temi e i problemi del settore, e lasciando fuori i ‘condizionamenti esterni’ sul modello contrattuale. Per arrivare al rinnovo entro il 30 novembre, data di scadenza dell’attuale contratto. Sono le richieste che Fai Cisl, Flai Cgil e Uila, sindacati di settore dei lavoratori dell’agroalimentare, lanciano alla controparte Federalimentare.
Una trattativa, quella sta andando avanti dal 14 settembre scorso, che interessa 54.000 aziende e 385mila lavoratori. “Con i due incontri del 26 e 29 ottobre -spiega a Labitalia Stefano Mantegazza, segretario generale della Uila- dovremmo terminare la discussione generale su tutta la piattaforma, per poi entrare subito dopo, ci auguriamo, nel merito in modo approfondito e conclusivo. Il 3 novembre faremo un attivo di 600 delegati di Fai-Flai e Uila da tutta Italia all’Ambra Jovinelli a Roma per fare il punto su come sta andando la trattativa”.
Un tavolo che inevitabilmente ha risentito delle polemiche delle scorse settimane sulla riforma del modello contrattuale. “In queste settimane la trattativa ha vissuto -spiega Mantegazza i condizionamenti esterni. Vedremo alla ripresa quale sarà l’atteggiamento di Federalimentare. Il nostro auspicio è che inizi un negoziato centrato sul merito del settore”.
E la piattaforma presentata dai sindacati, sottolinea Mantegazza, punta a ‘sfidare’ Federalimentare sul piano dell’innovazione. “Una durata quadriennale del contratto -spiega- e non più triennale come adesso. E ancora aumenti salariali agganciati non più all’inflazione ma al Pil. E poi la creazione di un fondo mutualistico che sia una sorta di ‘porta’ verso la pensione per chi perde il lavoro a due anni dalla maturazione dei requisiti”.
E il sindacato nel prossimo incontro non si tirerà indietro. “Come Fai-Cisl -spiega a Labitalia Luigi Sbarra, commissario del sindacato- rilanceremo i contenuti di una piattaforma che valorizza il secondo livello di contrattazione, legando partecipazione a produttività, e con cui abbiamo voluto indicare un percorso di sviluppo condiviso. Quindi, non solo una coerente e responsabile rivendicazione salariale, ma una proposta che sfida le imprese sul terreno della qualità di processo e di prodotto, della competitività, della produttività e dell’innovazione”.
“Una cosa deve essere chiara: il percorso della trattativa -aggiunge Sbarra- non deve essere influenzato dal confronto sulla indispensabile riforma del modello contrattuale. Non c’è incompatibilità tra i due obiettivi. Nell’uno e nell’altro caso, l’ambizione del sindacato è quella di raggiungere il miglior risultato utile sia per i lavoratori sia per la competitività delle aziende”.
Uno dei temi al centro del rinnovo è l’impatto delle nuove norme del Jobs act. “Noi non chiediamo -spiega a Labitalia Mauro Macchiesi, segretario nazionale della Flai Cgil- deroghe al Jobs act. Semplicemente diciamo che, avendo già articoli contrattuali su demansionamento, licenziamenti e controlli a distanza, più garantisti della legge, sarebbe meglio consentire un’interlocuzione con le Rsu in azienda sull’applicazione della legge stessa, in modo da evitare cause in tribunale inutili per aziende e lavoratori”.
E Macchiesi aggiunge: “Nel nostro settore ci sono relazioni sindacali collaudate, importanti, speriamo di trovare le giuste soluzioni entro novembre e firmare il contratto”.
“Noi, in un periodo di crisi come quello degli anni scorsi, siamo riusciti a firmare, trovando le giuste soluzioni, i contratti integrativi di tutti i grandi gruppi del settore. Non vedo perchè, ora che alcuni indicatori di ripresa si cominciano a vedere, non dovremmo riuscire a firmare il contratto nazionale”, conclude.