Roma, 12 apr. (AdnKronos) – “Perché contro il referendum? Perché il quesito non riguarda il sì o il no alle trivellazioni ma il limite delle concessioni. Non ci sono, in quelle piattaforme, trivelle. Ovviamente fa bene al paese discutere di clima e di energia perché temi che riguardano il nostro futuro. Da quel quesito, però, non viene alcun aiuto. È più importante il fatto che l’Italia abbia deciso unilateralmente di vietare, per legge, l’attività di estrazione entro le 12 miglia, però tendiamo a rimuoverlo”. Così scrive oggi Emilio Miceli, segretario generale della Filctem-Cgil, in un articolo per il ‘Secolo XIX’ a proposito dell’imminente referendum del 17 aprile.
“Questo referendum vuole apparire importante – polemizza Miceli – ma non lo è perché si fonda su un assunto che trovo sconcertante: sappiamo che il gas ci servirà ancora per molti decenni ma a produrlo vogliamo siano altri”. Insomma “la strategia referendaria – prosegue – ha questo retrogusto amaro dell’egoismo sociale, economico e perfino ambientale”.
E poi c’è il tema dell’impatto sociale ed economico, aggiunge il leader sindacale. “Nessuna intenzione di speculare sull’occupazione anche se, è ovvio, perderemo posti di lavoro. E ne perderemo di qualificati perché attorno alle piattaforme c’è alta specializzazione”.