Home Nazionale Mafia: Grasso, quando Borsellino sfuggì alla scorta per salvare i suoi ‘angeli custodi’

Mafia: Grasso, quando Borsellino sfuggì alla scorta per salvare i suoi ‘angeli custodi’

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Palermo, 21 mag. (AdnKronos) – “Di Paolo Borsellino mi piace ricordare quella volta quando lo incontrai da solo al supermercato a comprare dei rasoi. Era riuscito a sfuggire alla sua scorta, si era messo alla guida della sua macchina blindata, era entrato in un supermercato. Ma era solo una scusa per potere stare tra la gente. Lui sentiva l’affetto delle persone. E quando gli chiesi dove fosse la scorta, lui mi rispose: ‘So di essere in pericolo e devo dare la possibilità di uccidermi salvando almeno gli uomini delle scorte”, i suoi ‘angeli custodi’. E’ un aneddoto di vita privata raccontato dall’ex Presiente del Senato Pietro Grasso, durante un incontro a Palermo per ricordare Giovanni Falcone e Paolo Borsellino a pochi giorni dal 26esimo anniversario della strage di Capaci. Sono cinque gli agenti di scorta morti con Borsellino in via D’Amelio il 19 luglio 1992.
Poi, Grasso ha voluto rievocare anche un ricordo personale di Falcone: “Mi piace ricordarlo quando veniva a casa nostra d’estate, ricordo ad esempio dopo l’attentato all’Adduara (a cui Falcone era scampato ndr) e diceva: datemi un cocktail che ho imparato a bere negli Usa, cioè Coca e whisky”. E ancora: “Poi si metteva sulle ginocchia mio figlio Maurilio o giocava con lui. Tutta la mia famiglia ha sofferto per quanto accaduto a Capaci e via D’Amelio”.