Home Nazionale Piazza Fontana: dopo 49 anni le scuse dello Stato per i depistaggi

Piazza Fontana: dopo 49 anni le scuse dello Stato per i depistaggi

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Milano, 12 dic. (AdnKronos) – Dopo 49 anni lo Stato chiede scusa alle vittime e ai familiari della strage di Piazza Fontana. E’ Roberto Fico, presidente della Camera, a pronunciare una parola che c’è chi aspetta dal 12 dicembre 1969, quando all’interno della Banca Nazionale dell’Agricoltura un ordigno con sette chili di tritolo esplose uccidendo 17 persone e ferendone 88. Un atto terroristico che segnò l’inizio della ‘strategia della tensione’ e che, dopo diversi processi senza colpevoli a espiare la pena, resta ancora uno degli episodi più controversi della storia d’Italia.
“Se nessuno ancora lo ha fatto, io lo faccio oggi con molta semplicità e umiltà: vi chiedo scusa – dice Fico – per tutto quello che non è stato fatto per i depistaggi, per la burocrazia che avete dovuto sopportare, scusa per il piegarsi di tutti gli apparati dello Stato a celare la verità”. Parole di perdono che risuonano in piazza dopo che Carlo Arnoldi, presidente dell’associazione Familiari vittime di piazza Fontana, ricorda la lunga assenza dello Stato e di una parte di esso “che ha depistato”, di vittime innocenti che non sono solo numeri ma celano storie e famiglie distrutte – nell’elenco c’è anche Giuseppe Pinelli, l’anarchico subito sospettato della strage e morto tre giorni dopo in questura – e di lunghi processi finiti con i familiari delle vittime a pagare le spese.
In 49 anni sono “Cambiati tanti governi e noi qui in piazza non abbiamo mai avuto un rappresentante dello Stato. Oggi il Miur ci aveva convocato alle ore 15, una mancanza di sensibilità istituzionale: come possiamo pretendere che si ricordi di questa strage se non lo fa lo Stato? La presenza oggi di Fico non ci impedisce di dire che qualcuno dello Stato ci deve chiedere scusa, lo deve alle vittime che non devono essere dimenticate”, chiosa Arnoldi. Un messaggio condiviso e applaudito dai tanti presenti in piazza: sigle sindacali, esponenti dell’Anci, i centri sociali che scandiscono ‘Siamo tutti antifascisti’.