Home Nazionale Sindone: ricercatori Unipd, ‘scoperta’ dubbia e poco documentata (2)

Sindone: ricercatori Unipd, ‘scoperta’ dubbia e poco documentata (2)

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(AdnKronos) – (Adnkronos) – Il prof. Gianmaria Concheri, docente di Disegno e Metodi dell’Ingegneria Industriale, Dipartimento Icea, Unipd. e il prof. Giulio Fanti, docente di Misure Meccaniche e Termiche presso il Dipartimento di Ingegneria Industriale, Uninpd, sottolineano quindi “Come docenti di Ingegneria Industriale, riteniamo che il lavoro in questione sia scientificamente limitato, scarsamente documentato e inadatto per trarre le conclusioni riportate con tanta enfasi. Infatti gli autori, per confermare la loro tesi assai discutibile, hanno ipotizzato solamente due possibili configurazioni dell’Uomo della Sindone: Uomo posto in croce e Uomo supino nel sepolcro. Dimenticano quindi tutte le posizioni intermedie: dalla deposizione dalla croce, al trasporto al sepolcro e alla preparazione del cadavere. Considerando invece tutte queste posizioni, si può verificare anche sperimentalmente la perfetta compatibilità delle macchie ematiche riportate sulla Sindone con gli eventi della Passione, morte e deposizione dell’Uomo che vi fu avvolto”.
“Per esempio, in corrispondenza della regione lombare, gli autori sostengono che la colatura derivata dalla ferita al costato avrebbe dovuto trovarsi più in prossimità della scapola, anziché dei reni, ma anche qui il problema è che lo studio sindonico, di per sé assai complesso, è stato affrontato da un punto di vista estremamente limitato. Lo studio scientifico della Sindone è assai complesso e multidisciplinare, ma pare invece che i due ricercatori non abbiano considerato da dove possano essersi formate le colature di sangue. Noi del Gruppo scientifico stiamo analizzando due ipotesi, come verrà riportato in un articolo che dovrebbe uscire a breve”, sottolineano.
“Una prima ipotesi è che il sangue fuoriuscito dalle ferite da chiodo in corrispondenza delle mani sia poi fluito lungo il braccio, quindi gocciolato dal gomito e sia andato a formare la cosiddetta “cintura di sangue” in questione sul Telo – proseguono i ricercatori padovani – Una seconda ipotesi, che prendiamo in seria considerazione, è invece quella che durante la flagellazione Gesù sia stato colpito molto duramente sulla zona lombare e quindi ci sarebbero state profonde ferite che colarono sangue anche dopo la morte dell’Uomo in corrispondenza dei reni. La cosiddetta “cintura di sangue” nella zona lombare sarebbe quindi giustificata dalla colatura ematica dalla zona renale, e questo è stato verificato sperimentalmente su un modello di corpo umano”.
“Non ci sembra invece una metodologia molto scientifica la tecnica che gli autori hanno utilizzato per arrivare alle loro conclusioni perché hanno semplicemente preso una siringa riempita di sangue con anticoagulante, lo hanno fatto colare su un braccio opportunamente inclinato e hanno analizzato il percorso della colatura. Tuttavia non hanno considerato le caratteristiche del sangue di un uomo fortemente disidratato, la possibile presenza di sudiciume o altro materiale attaccato alla pelle che avrebbe potuto deviare i percorsi ematici, ecc. ecc.”.