«Mi piace ricordare un’iniziativa italiana, concepita in un piccolo borgo della Toscana. Da oltre trent’anni, centinaia di giovani provenienti da Paesi tra loro in conflitto diventano messaggeri di pace».
Vaccari: «Accogliamo con gioia e grande senso di responsabilità l’endorsement del Presidente. La guerra, i conflitti armati, non possono più essere temi secondari nelle agende degli Stati».
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La mediazione e la risoluzione dei conflitti sono tra i temi caldi portati dal Premier Conte all’attenzione della 74esima Assemblea Generale delle Nazioni Unite, in corso in queste ore a New York. «Dobbiamo ricorrere in maniera più sistematica agli strumenti di soluzione pacifica delle controversie che sono a nostra disposizione, a partire dalla mediazione, e coinvolgere in questo sforzo tutti i settori della società, incluse le donne, inclusi i giovani», afferma il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Ed è proprio l’esperienza di Rondine il modello da prendere ad esempio: «Mi piace ricordare un’iniziativa italiana, concepita in un piccolo borgo della Toscana – afferma il Premier – si chiama Rondine. Da oltre trent’anni, pensate, centinaia di giovani provenienti da Paesi tra loro in conflitto sono stati invitati a convivere, a sperimentare un dialogo quotidiano, divenendo nei fatti, giorno dopo giorno, “messaggeri” di pace».
Un endorsement di grande impatto quello del Presidente del Consiglio, che riconferma il sostegno giunto in occasione della visita dello scorso 17 maggio alla Cittadella della Pace di Arezzo, quando Conte prese l’impegno formale di sottoscrivere la campagna “Leaders for Peace” annunciando lo spostamento di una cifra simbolica dal bilancio della Difesa per formare leader di Pace.
«Accogliamo con gioia e grande senso di responsabilità il fatto che Conte abbia portato l’esperienza di Rondine all’attenzione delle Nazioni Unite, come modello di nuovo umanesimo – commenta il Presidente di Rondine, Franco Vaccari – ricordando “che dietro questa formula, dietro questi numeri ci sono rapporti tra esseri umani” e sottolineando la necessità di “attribuire a questi rapporti il significato di un confronto tra donne e tra uomini”, perché solo così “i nostri sistemi di governo conserveranno un volto umano e non scoloriranno in sistemi autoritari” – continua Vaccari, citando Conte. – È questa la missione di Rondine, che oggi più che mai si offre come modello per rimettere al centro della governance mondiale una leadership rigenerata dalla forza della relazione».
«Come ci ha insegnato Greta Thunberg in questi giorni – prosegue il Presidente Vaccari – oggi sono i giovani a portare all’attenzione dei capi di Stato le emergenze del pianeta. La guerra, i conflitti armati non possono più essere temi secondari nelle agende degli Stati. Oggi è la voce dei giovani di Rondine ad alzarsi, di quei duecento giovani che sono cresciuti con la paura di un nemico che sta al di là del muro e che oggi hanno trovato la chiave per sradicare quel fantasma dal loro vissuto e costruire insieme un nuovo orizzonte di pace».
Saranno loro a tornare alle Nazioni Unite il prossimo dicembre per rafforzare l’azione di advocacy della campagna “Leaders for Peace”, presentando i risultati ottenuti nel primo anno di lavoro, affinché anche gli altri Stati Membri possano sottoscriverlo e intervenire concretamente per la riduzione dei conflitti armati internazionali.