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Letizia Giorgianni: “Crac Etruria, prosegue udienza falso in prospetto”

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Letizia Giorgianni: “Crac Etruria, prosegue udienza falso in prospetto”

“Domani ripartirà uno dei processi chiave nel filone di Banca Etruria: quello per il falso in prospetto delle subordinate di Etruria azzerate che vede imputati l’ex presidente Giuseppe Fornasari, l’ex direttore generale Luca Bronchi e l’ex responsabile del risk management David Canestri, che dovranno rispondere delle comunicazioni fornite a Consob in merito al collocamento delle obbligazioni subordinate del 2013.

I tre imputati sono accusati dalla Procura di Arezzo di false comunicazioni al mercato perché avrebbero nascosto i dati sulla reale situazione patrimoniale della banca quando si trattò di emettere alla vigilia della primavera del 2013 due emissioni di obbligazioni subordinate che furono poi azzerate in seguito alla “risoluzione” della Bpel con il decreto Salvabanche.

La complessità e la lunghezza dei processi inerenti gli scandali finanziari avvenuti nel nostro Paese ci deve far riflettere una volta per tutte sulla necessità di una vera riforma all’interno del nostro sistema di vigilanza, e, al tempo stesso anche su un efficace intervento normativo per la tutela del risparmio italiano, dal momento che, fino adesso, per tutelare il risparmio degli italiani, garantito dalla nostra Costituzione, si è dovuto procedere con soluzioni ondivaghe, efficaci nell’immediato, ma che oltre a creare figli e figliastri non hanno garantito una rinnovata fiducia nel sistema bancario.

Se pensiamo alla storia recente la tutela dei risparmiatori ingiustamente privati dei loro risparmi, è stata demandata ogni volta alle singole iniziative dei governi, che hanno ovviamente agito ogni volta, anche per ragioni politiche, in maniera differente, senza una linea comune. Lo vediamo con gli azionisti delle Banche di Vicenza rispetto agli azionisti del Monte dei Paschi di Siena, per i quali, nonostante sia pressoché identica l’origine del loro azzeramento hanno avuto soluzioni differenti.

Certo lo Stato non si può far carico del rischio di impresa bancaria, quindi tale tutela si dovrebbe attivare normativamente solo nei casi in cui l’insolvenza o comunque la grave crisi economica dell’impresa bancaria sia conseguenza diretta di comportamenti dolosi o gravemente colposi da parte degli amministratori, o comunque comportamenti reiterati nel tempo. Questo perché le banche, contrariamente a tutte le altre imprese sono soggette alla vigilanza di organismi statali, ed il fatto che abbiano potuto reiterare negli anni comportamenti che hanno portato all’insolvenza (o crisi) si sono potuti verificare, per forza di cose, solo a causa di un difetto di vigilanza degli organi preposti, e questo significa, in capo allo Stato una responsabilità che giustifica l’obbligo di risarcimento in favore dei danneggiati.

Un obbligo di intervento dello Stato nei casi elencati comporterebbe necessariamente una rivisitazione dei poteri della vigilanza, nel senso di un loro ampliamento, al fine di rendere più efficaci possibili interventi correttivi.

Inoltre è assolutamente necessario, parallelamente all’attività che la magistratura ordinaria svolge, un sindacato di legittimità e di merito da parte di una commissione permanente sull’operato della Consob della Banca d’Italia e di altri organismi di vigilanza previsti dalla legge affinché non si ripeta ciò che è accaduto.

Sono queste le principali richieste e gli approfondimenti che porterò a dibattito nella Commissione d’inchiesta sul Sistema bancario, di cui sono consulente.

Commissione che invece, purtroppo, procede molto a rilento.”

Letizia Giorgianni