Milano, 18 mag. (AdnKronos) – Recuperare il valore del paesaggio rurale per riscattare la cultura italiana che negli ultimi anni, complici le lezioni da Nord Europa e Nord America, ha abbandonato i propri terreni convinta che ‘rinaturalizzare’ migliorasse il paesaggio. Questo, in sintesi, l’auspicio di Mauro Agnoletti, docente di Pianificazione del territorio rurale all’Università di Firenze, che, a margine della seconda conferenza nell’ambito del ciclo ‘Sharing the world’ organizzato nel padiglione di Intesa Sanpaolo a Expo 2015, fissa le priorità per la tutela del paesaggio italiano, “storicamente curato come se fosse un giardino”, dice.
Secondo Agnoletti, “ci sono due tipi di politiche da mettere in atto: servono indicazioni di politica economica per creare un buon paesaggio, ad esempio con un sistema di incentivi all’agricoltura; e bisogna dimenticare il concetto che abbandonare e rinatularizzare migliora il paesaggio, come invece ci ha imposto la cultura del nord Europa e del nord America”. Il professore definisce queste “politiche che non funzionano in Italia, noi ci stiamo suicidando: il nostro modello – sottolinea – è quello dell’uomo che ha addomesticato la natura, creando biodiversità e valori”.
Agnoletti spiega che a suo avviso “Expo potrebbe rappresentare una grande occasione per proporre la relazione tra paesaggio e cibo, perché l’Italia integra questi due aspetti dando prodotti che il mondo ci invidia”. Tuttavia, “questo aspetto non è in primo piano, rimane un po’ sotto traccia e invece – conclude – doveva essere il biglietto da visita dell’Italia”.